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    ISRAELE

    Un mosaico bizantino riemerge nel cuore del Negev dopo 1.600 anni

    Nel cuore del Negev occidentale, un tesoro nascosto da secoli ha finalmente visto la luce: un mosaico bizantino di 1.600 anni è stato esposto al pubblico per la prima volta, nel complesso del Consiglio Regionale di Merhavim. La scoperta, avvenuta circa 35 anni fa nei pressi del Kibbutz Urim, ai margini del sito archeologico di KhirbatBe’erShema, è ora al centro di un’iniziativa culturale che mira a restituire alla comunità un frammento prezioso della sua storia.
    L’iniziativa fa parte del programma nazionale “Le antichità a casa tua”, promosso dall’Autorità israeliana per le antichità insieme al Ministero del Patrimonio. Dopo decenni di abbandono e deterioramento, l’opera è stata svelata al pubblico, restaurata e sistemata in una nuova area protetta e accessibile.“Negli anni successivi alla sua scoperta, le condizioni del mosaico si erano notevolmente degradate”, ha spiegato Ami Shahar, responsabile della conservazione. “Grazie a un lungo lavoro di restauro, oggi possiamo finalmente mostrarlo nella sua interezza”.
    L’opera, considerata uno dei mosaici più belli mai rinvenuti in Israele, è composta da 55 medaglioni riccamente decorati. Le scene rappresentate spaziano dalla caccia agli animali esotici, dalla vita quotidiana a raffigurazioni mitologiche. Le tessere, in pietra policroma, vetro e ceramica, testimoniano l’abilità di un artista di altissimo livello. “È un’opera straordinaria del periodo bizantino,” ha raccontato l’archeologo Shaike Lender, che partecipò agli scavi originali. “La qualità dei dettagli è impressionante”.
    Il mosaico decorava un grande monastero, parte di un insediamento fiorente grazie alla produzione vinicola. Gli scavi hanno restituito un torchio, magazzini e grandi giare per lo stoccaggio, a conferma della vocazione agricola e commerciale del sito. Il monastero si trovava lungo l’antico tracciato nabateo-romano delle spezie, tra Halutza e il porto di Gaza, un asse fondamentale per i commerci, ma anche una linea di confine tra il deserto e le zone abitate. Una posizione strategica che offriva riparo ai viaggiatori e proteggeva dagli attacchi delle tribù beduine.
    Dopo la scoperta, il mosaico fu ricoperto per proteggerlo. Solo oggi, a distanza di decenni e grazie a un attento lavoro di recupero, è di nuovo visibile. Collocato in una nuova area recintata e sicura, è pronto ad accogliere i visitatori. “È una gioia poter finalmente condividere con il pubblico un’opera tanto spettacolare,” ha commentato Shahar.
    L’inaugurazione ufficiale si è tenuta il 25 maggio con ha visto la partecipazione di studenti, residenti e autorità locali. Tra attività archeologiche, laboratori creativi e momenti di educazione ambientale, l’evento ha celebrato la riscoperta di un patrimonio e il valore della condivisione culturale. “È importante rivelare gemme storiche nella regione di Otef Gaza, affinché diventino attrazioni per i visitatori e aumentino l’afflusso in questa area vitale”, ha sottolineato Eli Escusido, direttore dell’Autorità per le antichità.
    Il sito, ora trasformato in un giardino archeologico, sarà visitabile grazie a un percorso dotato di cartelli esplicativi e aree di sosta. Shay Hajaj, capo del Consiglio Regionale di Merhavim, spiega come “questo bellissimo mosaico sarà conservato qui e diventerà un punto di riferimento per visite e apprendimento”, chiarendo come un pezzo di storia antica sia stato restituito al presente per ispirare il futuro.

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