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    ISRAELE

    Un raro machazor crimeano arricchisce la Biblioteca Nazionale di Israele

    Un prezioso manoscritto del XIV secolo è entrato a far parte delle collezioni della Biblioteca Nazionale di Israele: si tratta di un antico machazor per Yom Kippur, proveniente dalla città di Kaffa, l’odierna Feodosia in Crimea.

    Il volume, scritto a mano con grande eleganza, custodisce poesie liturgiche destinate alle principali preghiere della giornata più solenne del calendario ebraico, tra cui Shacharit, Musaf e Ne’ilah. La sua importanza deriva non tanto dall’età o dalla provenienza quanto dal contenuto, poiché contiene molti piyyutim introvabili altrove, alcuni dei quali erano finora conosciuti solo in forma frammentaria grazie alla Genizah del Cairo.

    Kaffa, in epoca medievale, ospitava una comunità ebraica che intrecciava influenze sefardite, ashkenazite e romaniote, creando una tradizione liturgica originale, oggi quasi del tutto scomparsa. Questo machazor ne rappresenta una testimonianza diretta e insostituibile.

    “I componimenti poetici di Yom Kippur costituiscono il nucleo stesso della liturgia ebraica, e questo manoscritto è fondamentale perché preserva la voce unica degli ebrei di Kaffa”, ha spiegato Chaim Meir Neria, curatore della Collezione di Giudaica Haim e Hanna Solomon presso la Biblioteca Nazionale. “Si tratta di un documento che non ha equivalenti nella storia ebraica e che ci permette di comprendere meglio preghiera, poesia e vita comunitaria nel Medioevo, in una regione che collegava Oriente e Occidente”.

    L’acquisizione è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Kraus. Il manoscritto è già stato digitalizzato e oggi può essere consultato liberamente sul sito della Biblioteca Nazionale di Israele.

    L’arrivo di questo machazor a Gerusalemme ha permesso un importante recupero di una parte di tradizione ebraica, permettendo alla stessa memoria ebraica di riaffiorare da luoghi e tempi lontani. Ogni poesia ritrovata, ogni variante tramandata, diventa un ponte che collega le comunità del passato con chi, oggi, continua a dare voce alla stessa tradizione millenaria.

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