
Passeggiando per le strade di Gerusalemme in questi giorni, fino al 10 ottobre 2025, si può osservare la città trasformarsi in un laboratorio a cielo aperto, pieno di piante e di incontri, per la quinta edizione di “Yarok Bifnim Ubachutz”, il festival noto come “Verde Dentro e Fuori”.
Per tre giorni, parchi, giardini e spazi urbani diventeranno luoghi di sperimentazione, dove cittadini, artisti e associazioni esploreranno nuovi modi di vivere e prendersi cura dell’ambiente.
L’evento, ormai considerato uno dei più innovativi nel panorama culturale e ambientale del Paese, propone più di cinquanta appuntamenti diffusi in tutta la città, offrendo al pubblico un vasto programma di attività educative ispirate al modello dell’economia circolare e alle tre “R” – riduci, riusa, ricicla – con l’obiettivo di promuovere abitudini quotidiane più responsabili.
Tra le attività più attese vi saranno visite guidate a spazi verdi a rischio di scomparsa, tour della nuova Biblioteca Nazionale, costruita secondo principi ecologici, e la proiezione del documentario “Wild Land” di Gil Arbel, che affronta il tema del rapporto tra l’uomo e la natura.
Un ruolo importante avranno anche le fiere di quartiere, dove associazioni e organizzazioni presenteranno soluzioni concrete di sostenibilità: la fondazione “Imot Lo Ogrot”, composta da centinaia di mamme, metterà a disposizione abiti e giochi per bambini non più utilizzati, mentre il gruppo “Metzilot Mazon” si occuperà di recuperare tonnellate di verdure invendute dai mercati generali per redistribuirle alla comunità.
Il progetto nasce dall’idea di Nomi Tzur, con il sostegno del Dipartimento per la Sostenibilità del Comune di Gerusalemme, e dalla produzione di Letizia Piattelli, professionista con una lunga esperienza nel mondo culturale. Inoltre, Piattelli ha fondato anche l’associazione “Tikva Yeruka”, con l’intento di portare il modello in altre città israeliane e rafforzare una rete di iniziative ambientali condivise a livello nazionale.
Più che un evento, “Verde Dentro e Fuori” vuole essere un invito a riscoprire la città da una prospettiva diversa: più verde, più aperta e più solidale.
Oltre a offrire un’occasione per riflettere sulla crisi climatica, rappresenterà un punto d’incontro per celebrare la creatività e la collaborazione, trasformando Gerusalemme in un luogo dove sostenibilità e vita quotidiana si fondono.