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    ITALIA

    L’Ambasciatore Peled sulla Mostra del Cinema di Venezia: “Peccato manchi una voce da Israele”

    Alla serata di preapertura della Mostra del Cinema di Venezia è intervenuto soltanto don Nandino Capovilla, sacerdote vicino alla causa palestinese, recentemente respinto all’aeroporto di Tel Aviv e rimpatriato in Italia con divieto di accesso alla Cisgiordania. Nessun rappresentante israeliano, invece, è stato invitato a parlare. Un’assenza che non è sfuggita all’ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, che in un’intervista al Corriere del Veneto ha espresso rammarico per la scelta.

    “Ci dispiace che nessun israeliano sia stato chiamato a portare la propria testimonianza – ha dichiarato –. Lo stesso presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha ribadito che non vuole censure né politicizzazioni. Ma pluralismo significa ascoltare tutte le parti: è stato un peccato che non ci fosse anche la nostra voce”. Sulla vicenda Capovilla, Peled ha tagliato corto: “Non conosco il sacerdote, ma viaggiava con un gruppo numeroso e nessun altro ha avuto problemi. Ogni Stato ha il diritto di decidere chi far entrare nei propri confini. Forse bisognerebbe chiedere a lui perché sia stato fermato”.

    L’ambasciatore ha poi criticato l’appello del movimento Venice 4 Palestine a escludere Gal Gadot e Gerard Butler dalla kermesse per le loro posizioni filo-israeliane. “In nome della libertà di espressione, è sbagliato che degli artisti ne boicottino altri – ha osservato –. Israele è una società pluralista, in cui si esprimono opinioni diverse, anche contro il governo”.

    Guardando alla manifestazione pro Palestina in programma a Venezia, Peled ha auspicato che non diventi un corteo “a senso unico”: “Vorrei vedere i manifestanti scendere in piazza anche contro Hamas. Il nostro nemico non è Netanyahu, ma Hamas, che rappresenta un pericolo non solo per israeliani e palestinesi, ma anche per l’Europa”.

    Infine, l’ambasciatore ha ricordato i rischi legati al sostegno economico all’organizzazione terroristica: “Sono emerse notizie di possibili raccolte fondi per Hamas anche in Italia. Non dobbiamo dimenticare che l’Europa ha già pagato un prezzo altissimo al terrorismo islamico: gli attentati che l’hanno colpita non arrivavano certo da gruppi filoisraeliani”.

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