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    Gesù, i farisei e il rischio di antisemitismo. Convegno a Roma il 7 maggio

    Si terrà a Roma dal 7 al 9 maggio il convegno “Gesù e i farisei”, promosso dal Pontificio Istituto Biblico e sostenuto, tra gli altri, dal Global Jewish Advocacy, che propone un “riesame” di come sono percepiti, nelle Sacre scritture, nelle omelie dei sacerdoti cattolici, nell’arte nel linguaggio comune questo gruppo di ebrei dei primi secoli “spesso raffigurati come esempi di legaslimo, ipocrisia e avidità”.

    “Non c’è bisogno di presentare male i farisei in particolare e l’ebraismo in generale per presentare bene Gesù: Gesù si presenta bene da solo”, ha detto nel corso di una conferenza stampa all’istituto dei gesuiti la professoressa ebrea Amy Jill Levine, secondo la quale “il trattamento negativo dei farisei è parte di un problema più ampio” che affonda le radici nella distorta contrapposizione tra il cattolicesimo, quale religione di amore, e nell’ebraismo, quale religione della legge: “Siamo entrambe religioni di amore e di etica”, ha detto la docente, ricordando che Gesù è anzi più rigoroso dei maestri ebrei quando, ad esempio, anziché condannare l’assassinio condanna anche la rabbia o quando condanna non solo il tradimento effettuato ma anche quello pensato. “Ci dovrebbe essere un ebreo ad ogni messa, ma siamo molti di meno, per sincerarsi che le omelie sui farisei non propaghino l’antisemitismo ma presentino correttamente il Vangelo della pace”, ha detto la professoressa, che ha ricordato che san Paolo di Tarso era fariseo, che lo storico Tito Flavio Giuseppe parlava bene dei farisei e che i rotoli del Mar Morto non li citano e anzi criticano un gruppo ebraico lassista: “Se avessimo solo Paolo, Flavio Giuseppe e i rotoli del Mar Morto non avremmo bisogno di questo convegno. Ma abbiamo i Vangeli che descrivono i farisei come ipocriti e nemici di Gesù”.  Il convegno, ha spiegato il professore Joseph Levine, vuole “individuare le radici di questa concezione dei farisei e superare i pregiudizi”. 

    Nell’ultimo giorno di lavoro, i 300 partecipanti al convegno – cattolici, protestanti ed ebrei – verranno ricevuti in forma privata da papa Francesco.

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