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    Giorno della Memoria. Quale percezione ne hanno gli italiani?

    Giovedì sera presso il Centro Ebraico “Il Pitigliani” si è tenuto “Gli Italiani e il Giorno della Memoria”, evento organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e da Il Pitigliani stesso, per presentare la settima indagine che l’istituto di ricerca SWG ha realizzato con la collaborazione di Pagine Ebraiche, sulla percezione del Giorno della Memoria.

    Sul palco, oltre alla Presidente dell’UCEI Noemi Di Segni, il ricercatore del SWG Riccardo Grassi e il Direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, anche la Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini, e alcuni tra giornalisti più affermati in Italia: Lucia Annunziata, di “In mezz’ora” su Rai3, Marco Damilano, Direttore de L’Espresso, Antonio Di Bella, Direttore di Rainews, e David Parenzo di Radio 24-La 7. A moderare i presenti, il Presidente di Kratesis Roberto Arditti.

    Ad aprire la serata ovviamente la presentazione dell’indagine da parte di Grassi il quale ha spiegato come i dati riportati siano frutto di uno studio lungo sette anni, attraverso il quale si è potuto notare un forte cambiamento sulla percezione dell’antisemitismo e del Giorno della Memoria tra gli italiani.

    “Negli ultimi anni, a livello internazionale, quanto in Italia, si è visto un aumento estremamente significativo del fenomeno dell’hate speech, veicolato soprattutto attraverso i social, nel mirino questi tre soggetti: migranti, musulmani ed ebrei” ha spiegato Grassi introducendo l’indagine. Proseguendo la sua introduzione, “alle parole spesso seguono anche comportamenti ostili nel segno di una retorica che, almeno per quanto riguarda l’antisemitismo, sembra fossilizzata a 80 anni fa” sottolinea Grassi, spiegando come “il Giorno della Memoria, rimasto silente per qualche anno, sembra diventare per molti un vero e proprio antidoto” contro l’antisemitismo in ascesa.

    Molti i dati presentati dall’indagine, da un aumento dal 25 al 39 percento dal 2019 al 2020 alla domanda se sia “giusto” ricordare la Shoah e le vittime del Nazifascismo, e parallelamente si è notato che tra gli italiani, c’è una percezione crescente di un sentimento antisemita che cresce parallelamente con l’aumento di denunce per atti antisemiti registrati dall’OSCAD.

    Un approfondimento anche sulla percezione tra i diversi schieramenti politici, da sinistra a destra, dove da una parte c’è la sensazione che la posta in gioco sia rilevante. Dall’altra una più spiccata tendenza a ridimensionare quanto sta accadendo.

    I diversi temi toccati dall’indagine hanno fatto da spunto per successivo dibattito. Il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale ha spiegato come “questa è un’indagine sociologica che serve per misurare le evoluzioni nell’attitudine dell’opinione pubblica italiana e non per disseminare, come spesso avviene, delle emozioni superficiali e sensazionalistiche”

    La Presidente Di Segni, ha sottolineato come la recente adozione della definizione di antisemitismo dell’IHRA da parte del governo italiano “sia un punto di partenza, non di arrivo”. Mentre per quanto riguarda la Memoria, la riflessione si è concentrata sul ruolo delle comunità e delle istituzioni ebraiche. Concludendo il suo intervento ha posto i riflettori sull’abuso politico della Shoah in atto in Italia e per la sovraesposizione mediatica, soprattutto nei confronti della Senatrice a Vita Liliana Segre. 

    Mentre la professoressa Santerini ha analizzato il clima storico, segnato dal cambiamento portato in particolare da Internet. “La propaganda antisemita già consolidata – la sua riflessione – ha trovato un modo di imporsi e dilagare molto più efficace rispetto al passato”.

    David Parenzo ha posto invece il problema su come si possa ritenere la Memoria della Shoah come un qualcosa “di parte” e non come qualcosa che unisce. Sulla stessa linea d’onda l’intervento del Direttore de L’Espresso, Marco Damilano, che ha posto l’accento sulla Memoria che “come tutta la società, è in evoluzione”. Come può la Memoria diventare qualcosa che divide? Questa è la domanda che si è posto Damilano, “la Memoria individuale è sicuramente divisiva, ma la Memoria collettiva al contrario dovrebbe sempre unire. Tra questi due punti c’è evidentemente un problema”, per Damilano, la Memoria collettiva è “diventata terreno di battaglia”.

    Mentre per l’Annunziata il problema maggiore è l’uso improprio dell’antisemitismo, infatti “il tema dell’antisemitismo è prigioniero di una battaglia politica contro Salvini. E questo è molto preoccupante” ha spiegato Lucia Annunziata. “Quando un tema così grande scende a un livello così basso c’è di che aver paura”.

    Coinvolto anche il pubblico, che non ha buttato via la possibilità di fare domande agli ospiti illustri sul palco e fare anche una breve riflessione alla luce dei dati proposti durante la serata. Tra questi, anche quelli di Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah e della sopravvissuta Tatiana Bucci, che accolta da un caloroso applauso ha fatto un brevissimo intervento ricordando come gli italiani debbano ancora fare i conti con la Memoria, non solo riguardo la Shoah.

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