
Un acceso dibattito si è aperto a Salerno attorno alla figura del direttore artistico del Teatro Verdi, Daniel Oren. Il musicista israeliano, da anni punto di riferimento della programmazione lirica del teatro cittadino, è finito al centro di polemiche a seguito di alcune prese di posizione di esponenti politici locali.
Nei giorni scorsi, il consigliere comunale ha sollevato il tema durante una seduta pubblica, chiedendo un intervento ufficiale dell’amministrazione per una presa di posizione da parte di Oren rispetto al conflitto in Medio Oriente. In particolare, il direttore artistico sarebbe stato esortato ad esprimere una condanna esplicita verso le azioni del governo israeliano, ritenendo questo passaggio necessario per mantenere un ruolo pubblico nella città.
La questione richiama alla memoria il caso del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, rimosso da numerose istituzioni culturali europee per le sue posizioni considerate vicine al Cremlino. Allo stesso modo, anche per Oren si apre un interrogativo sul rapporto tra arte, rappresentanza pubblica e posizioni personali o istituzionali.
Dal canto suo, il Comune di Salerno non ha ancora adottato alcuna decisione formale, e non è chiaro se la proposta troverà seguito all’interno della maggioranza. Intanto, la discussione ha suscitato reazioni contrastanti anche tra operatori culturali, artisti e cittadini, con alcuni che difendono l’indipendenza del ruolo artistico rispetto alle dinamiche geopolitiche, mentre altri ritengono necessaria una coerenza etica nelle collaborazioni con le istituzioni pubbliche. Daniel Oren, che nei mesi scorsi aveva manifestato pubblicamente dolore per la guerra e per la perdita di vite umane da entrambe le parti, non ha rilasciato nuove dichiarazioni in merito alla richiesta avanzata in Consiglio comunale.
Il caso continua ad alimentare riflessioni più ampie sul ruolo della cultura in tempi di conflitto e sulle responsabilità simboliche di chi occupa ruoli pubblici nei teatri e nelle istituzioni.