
La partita di Eurolega Virtus Bologna-Maccabi Tel Aviv, in programma il 21 novembre al PalaDozza, è ormai diventata un caso politico nazionale. Lo scontro istituzionale tra il Viminale e il Comune di Bologna, accompagnato dall’annuncio di manifestazioni di piazza da parte di associazioni e collettivi pro-Palestina, ha trasformato un appuntamento sportivo in un terreno di tensione pubblica e, secondo la Comunità ebraica di Roma, anche di pregiudizio.
Da giorni, sindacati di base, movimenti pro-Palestina e realtà delle tifoserie promuovono l’iniziativa “Show Israel the Red Card”, dichiarando l’intenzione di bloccare lo svolgimento della partita. Gli organizzatori parlano di almeno 5.000 manifestanti pronti a raggiungere il centro di Bologna; secondo il sindaco Matteo Lepore potrebbero arrivarne persino 10.000, con rischi pesantissimi per la città, per i cittadini e per le attività commerciali.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha invece confermato la volontà del governo di garantire la regolare disputa dell’incontro: “La partita si terrà. Non ci sono i soliti facinorosi che possono dettare l’agenda degli eventi in Italia”, ha dichiarato, invitando a non cedere a ricatti violenti.
Il sindaco Lepore aveva ribadito la propria contrarietà alla decisione del Viminale: “Non ci sono le condizioni di ordine pubblico per gestire serenamente l’evento. I rischi per l’incolumità dei cittadini e per la città sono altissimi”. Alle sue parole si è aggiunto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che ha minimizzato l’idea che assistere a un evento sportivo possa essere considerato un diritto da tutelare a ogni costo.
Le dichiarazioni delle istituzioni locali hanno suscitato una reazione durissima da parte del presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, che parla apertamente di “sconcerto” e “indignazione”. “Sono sgomento e indignato per le parole del Sindaco di Bologna e del Presidente della Regione. Se la resa ai violenti pro-Palestina diventasse un precedente, in tutte le città italiane i facinorosi l’avrebbero vinta a tavolino con istituzioni arrendevoli o inette” afferma Fadlun. Il presidente della Comunità Ebraica di Roma non si è limitato a criticare la scelta politica, ma denuncia anche un clima di crescente ostilità: “Dietro queste preoccupazioni vedo ancora una volta all’opera il seme dell’odio e del pregiudizio antisemita. In altre occasioni simili allarmismi non sono emersi”. Fadlun ha espresso invece apprezzamento per la posizione del ministro Piantedosi, che ha garantito la tutela della regolare disputa della partita e respinto la logica del ricatto violento.
Nelle ultime ore, dopo un tavolo in prefettura, è arrivata la conferma: Virtus–Maccabi si giocherà regolarmente venerdì 21 novembre al PalaDozza. Il sindaco Lepore, pur ribadendo la propria contrarietà, ha riconosciuto che la decisione spetta al governo e che “il ministero dell’Interno si assume la responsabilità” dell’evento. “Il ministero ha deciso di gestire la situazione con i muscoli”, ha commentato.
Per la Comunità ebraica, il caso bolognese rappresenta un campanello d’allarme: se le minacce e le pressioni di piazza riuscissero a cancellare o a spostare eventi sportivi legittimi, il segnale sarebbe devastante – e, come sottolinea Fadlun, rischierebbe di normalizzare un clima in cui le manifestazioni pro-Pal diventano un pretesto per diffondere ostilità e pregiudizi antisemiti.












