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    NEWS

    ‘Dalla parte di Israele’: l’evento del quotidiano ‘Il Riformista’

    Un evento per ribadire la vicinanza allo Stato ebraico e per contrastare la continua disinformazione: ‘Dalla parte di Israele’, questa è stata l’iniziativa del Riformista al Teatro Rossini, a Roma. Da mesi, con i suoi articoli, il quotidiano è un forte sostenitore delle ragioni di Israele in un mondo di media sempre più influenzato da narrazioni distorte. L’incontro è stato anche una delle tappe della raccolta firme, per iniziativa di Fiamma Nirenstein, che ha visto la partecipazione di oltre 5.000 adesioni.
    L’evento, moderato dai giornalisti Aldo Torchiaro e Tiziana Della Rocca, è stato aperto dal direttore del Riformista Claudio Velardi: “Tra le molte ragioni per cui stare dalla parte d’Israele sicuramente una è legata all’asimmetria informativa nei confronti dello Stato ebraico, che si manifesta sul piano visivo con le immagini. Immagini che, in questa guerra e in generale, contano più delle parole. Queste sono fornite dai terroristi di Hamas che le spalmano sull’opinione pubblica occidentale, creando disinformazione” ha detto Velardi.
    L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi politici e giornalisti, fra cui il segretario del nuovo partito Liberaldemocratico Luigi Marattin, l’ambasciatore Luigi Mattiolo, la direttrice di Radio Radicale Giovanna Reanda, i giornalisti Nicoletta Tiliacos e Paolo Liguori e l’onorevole Giulio Terzi di Sant’Agata. “In questa guerra è emerso come ci sia una costante disinformazione con meccanismi perversi, inquinati alla base e che sono presenti anche nelle trasmissioni pubbliche. Come riportare notizie nelle trasmissioni pubbliche secondo quando detto dal ministero della Salute palestinese che è in mano ai terroristi di Hamas”, ha detto l’ex ministro degli Esteri del governo Monti e senatore di Fratelli d’Italia.
    “Per entrare qui oggi è necessario passare attraverso i controlli delle Forze dell’Ordine. Purtroppo è un periodo di rovesciamento della verità. La società civile deve andare a rappresentare le proprie opinioni al chiuso mentre la società non civile lo fa all’aperto e con frasi e termini inaccettabili. Israele è l’avamposto della civiltà occidentale in una terra come quella del Medio Oriente. Ad oggi sono stati superati i 10 milioni di abitanti e vorrei ricordare che oltre il 20% di questi 10 milioni sono cittadini arabi musulmani che hanno pieni diritti e che vivono in Israele. In questa guerra di civiltà siamo tutti ebrei, non sono solo io, lo siete tutti, voi tutti. Quindi dico, viva il mondo ebraico, viva Israele e viva l’Italia tutti uniti”, ha affermato il presidente dalla Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, che ha poi ringraziato il quotidiano per questa importante iniziativa.
    La parola è poi passata all’ambasciatore di Israele in Italia Jonatan Peled, che ha spiegato come questa guerra esistenziale d’Israele appartenga a tutti: “Come sapete, Israele è un Paese democratico che quotidianamente è attraversato da manifestazioni politiche di ogni genere, a favore o contro il governo. Essere dalla parte di Israele, quindi, ha un significato profondo, perché vuol dire difendere il mondo occidentale e i suoi valori contro organizzazioni terroristiche che hanno come obiettivo dichiarato non solo la distruzione di Israele stesso ma anche quella degli Stati Uniti e di tutti coloro che non si conformano al loro pensiero”.
    L’incontro si è avviato alla conclusione con l’intervento di Fiamma Nirenstein, che ha raccontato l’esperienza vissuta in prima persona in Israele, nel momento in cui lo Stato ebraico ha lanciato l’attacco all’Iran.
    “A 600 giorni dall’inizio della guerra della guerra alle cinque di mattina ci siamo alzati ed il notiziario stava andando in onda e ci diceva che i nostri F15 e F16 avevano percorso più di 2.000 km di distanza, sganciando le bombe sulle centrali in cui si produceva l’arma nucleare contro Israele. Ne parlavamo da anni, eravamo preparati su quell’argomento da decenni, aspettavamo quel momento. Sapevamo che l’Iran aveva costruito una macchina infernale che poi aveva trovato tutte le sue diramazioni nella catena di acciaio che attraverso Hamas, Hezbollah ed altre organizzazioni terroristiche ha provato a distruggere Israele.”
    Un’iniziativa che non ha soltanto ribadito le ragioni dello Stato ebraico, ma che ha anche motivato la coscienza di ogni presente a essere fermo, fiero e orgoglioso di questo sostegno.

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