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    NEWS

    Due nuovi volti ebrei in NBA: Ben Saraf e Danny Wolf scelti dai Brooklyn Nets dopo più di 19 anni

    A New York, dove le identità si sfiorano e si scontrano, i Brooklyn Nets hanno scritto una pagina unica nel Draft NBA 2025: con le chiamate numero 26 e 27 hanno selezionato Ben Saraf e Danny Wolf, due giovani talenti con radici ebraiche. Il loro arrivo va oltre una semplice curiosità statistica, è un segnale forte di rappresentanza in una delle città con la più alta popolazione ebraica al mondo.
    È la prima volta dal 2006 che due giocatori ebrei vengono scelti nello stesso Draft NBA. In quell’anno, Lior Eliyahu e Yotam Halperin furono selezionati al secondo turno, ma non giocarono mai nella lega americana.
    Per i Brooklyn Nets la doppia scelta rappresenta tanto una mossa tecnica quanto un gesto simbolico. La selezione consecutiva di due giocatori ebrei ha attirato l’attenzione mediatica e acceso l’entusiasmo di molte comunità. La NBA, in un contesto sempre più attento alla diversità culturale, accoglie due nuove personalità pronte a rompere gli stereotipi e ad ispirare le nuove generazioni.
    Oltre agli ottimi numeri registrati nella sua stagione con l’Università del Michigan, Danny Wolf porta con sé una forte identità ebraica, che ha sempre vissuto con orgoglio. Nato a Glencoe, Illinois, ha frequentato scuole ebraiche fino alla quinta elementare, osserva le regole della kasherut e ha celebrato il suo bar mitzvah al Muro Occidentale di Gerusalemme.
    “In campo sentivo quella voce che diceva: ‘Sei ebreo, quindi non ci si aspetta molto da te come giocatore’” ha raccontato al giornalista Mitch Albom. “Col tempo ho iniziato a vedere l’essere ebreo come un’opportunità per dimostrare il mio valore”. Determinato e consapevole del proprio ruolo, ha ottenuto la cittadinanza israeliana per rappresentare Israele agli Europei U20 FIBA.
    Ben Saraf, 19 anni, 1,98 metri, ha concluso una stagione brillante nella lega tedesca, guidando il suo club fino alla finale con 12,8 punti e 4,6 assist di media. Figlio di due ex cestisti israeliani, indossa il numero 77 in omaggio alla parola ebraica “mazal” (fortuna). Nonostante le previsioni lo dessero possibile seconda scelta, è stato selezionato alla fine del primo giro, dimostrando così non poca fiducia nel suo potenziale.
    Con l’arrivo di Saraf e Wolf, la presenza ebraica in NBA cresce e si diversifica. Si uniscono a Deni Avdija, reduce da una stagione in crescita con i Portland Trail Blazers, e a Domantas Sabonis dei Sacramento Kings, attualmente in fase di conversione all’ebraismo. Anche Amari Bailey, scelto nel 2023, ha giocato in G League e fa parte di questo nuovo mosaico culturale.
    La NBA non è solo una lega di sportivi, ma una vetrina di storie, background e identità. In un’epoca in cui l’appartenenza religiosa e culturale diventa anche veicolo di ispirazione e dibattito, i Nets lanciano un messaggio chiaro: talento e identità possono convivere e rafforzarsi a vicenda.

     

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