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    NEWS

    Gwyneth Paltrow torna sul set: la rinascita con ‘Marty Supreme’

    “Wow, è passato tanto tempo. Credo più di cinque, forse sette anni. Qualcosa del genere” ha detto Gwyneth Paltrow in un’intervista parlando di ‘Marty Supreme’, il film che segna ufficialmente il suo ritorno sul grande schermo. In effetti sono sei anni da quando l’attrice statunitense ha recitato per l’ultima volta nella serie TV ‘The Politician’ e nel film ‘Avengers: Endgame’. Chi l’ha convinta a uscire dalla semi-pensione è stato il regista Josh Safdie, che le ha fatto visita personalmente a casa per dirle che era arrivato il momento di tornare sul set cinematografico.
    Safdie ha raccontato a Ynet che sin dall’inizio aveva in mente Paltrow per il ruolo, ma temeva che lei rifiutasse. Ha deciso di incontrarla comunque. Lei stava per partecipare a un altro incontro — forse un piano di riserva per evitare di impegnarsi — ma lo ha cancellato. Ha deciso di tuffarsi completamente nel progetto. Paltrow ha ammesso: “Per anni mi sono concentrata intensamente sull’imprenditoria e ho perso un po’ il contatto con il cinema. L’imprenditoria è esaltante a modo suo. Non ho mai rimpianto di essermi allontanata — era giusto per me e per i miei figli. Ma quando Josh è venuto da me, sono stata felice di tornare”.
    Il suo personaggio, Kay, è un’attrice talentuosa che affronta le pressioni della carriera e della vita personale. È sposata, ma il rapporto è difficile e teso, riflettendo le aspettative dell’epoca nei confronti delle donne. La sua connessione con Marty (interpretato da Timothée Chalamet) è intensa e complessa: da una parte lui la vede come una figura di status e potenziale, lei la vede come una possibilità di ritrovare la sua passione per la recitazione. La loro relazione mescola mentorship, attrazione e una sottile lotta di potere. Molti dei personaggi principali del film sono ebrei, così come lo è il regista Safdie, la cui sensibilità newyorkese grintosa è inconfondibile. Safdie e suo fratello Benny sono noti per film energici come ‘Uncut Gems’, ma con ‘Marty Supreme’ Josh intraprende un progetto più personale.
    Alla domanda su come abbia trovato il tempo per tornare a recitare, Paltrow ha risposto che il momento è stato significativo anche per motivi personali: “I miei figli sono andati al college. È la prima volta dopo 20 anni che non ho bambini a casa. È sembrata una fase nuova e spaventosa. Poi Josh mi ha chiamata. Mio fratello, che è filmmaker, mi ha detto: ‘Qualunque cosa sia, devi farlo. Josh è un vero talento’. Ho visto il suo lavoro, ho capito che era un artista, uno di quelli con cui vale la pena rischiare. Ho avuto paura — era da tanto che non dovevo scavare così in profondità in un personaggio — ma ho pensato: “Non mi importa, vado a New York e faccio un film”- Riguardo la sua famiglia, Paltrow ha parlato dei suoi figli e di come reagiscano al fatto che reciti con Timothée Chalamet: “Lui è il volto di una generazione. Mio figlio pensa sia fantastico e mia figlia, quando ha visto ‘Chiamami col tuo nome’, era completamente rapita”. Ha anche raccontato un aneddoto su alcune foto di paparazzi che la ritraevano mentre baciava Chalamet in un parco: “È stato un po’ imbarazzante per loro”.
    Parlando del personaggio di Kay e di chi l’ha ispirata, Paltrow ha spiegato: “Ho immaginato una sorta di Grace Kelly più oscura — una donna che ha rinunciato a una carriera importante per il matrimonio, e in quel processo ha perso qualcosa. Le donne in quegli anni non potevano avere conti bancari a proprio credito; dipendevano dai mariti. Kay ha fatto una scelta che non le rendeva giustizia. Ha cercato di farcela, poi ha perso un figlio e si è spezzata. Quando incontra Marty, rinasce, anche se in qualche momento quella scintilla viene poi rimossa. Interpretare questa complessità è stata una sfida meravigliosa”. Infine, sul futuro: “Ora sono ufficialmente tornata. Non so se farò altri film, ma se dovessi tornare, voglio che sia per qualcosa di speciale come ‘Marty Supreme’, che porterò sempre nel cuore”.

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