Questa sera e domani la comunità ebraica etiope, nota come Beta Israel, celebra il Sigd, festività entrata nel calendario nazionale israeliano nel 2008. Nonostante le dure condizioni di vita i Beta Israel sono sempre riusciti a mantenere una forte identità religiosa nel segno delle antiche tradizioni locali; erano chiamati dai cristiani etiopi in modo spregiativo falasha, in amarico «esiliato» o «straniero». Grazie a tre grandi ponti aerei organizzati dal 1980 nell’ambito delle Operazioni Mosè, Salomone e Giosuè, novantamila ebrei etiopi sono stati sottratti dalle persecuzioni e dalle privazioni alle quali erano stati condannati dal dittatore Menghistu Hailè Mariam. I racconti tramandati di generazione in generazione narrano che gli antenati degli attuali ebrei etiopi provengono dall’unione del Re Davide con la Regina di Saba, ma le loro origini sono incerte.
Tra le usanze che caratterizzano i Beta Israel, il Sigd viene osservato cinquanta giorni dopo Kippur,il 29 di Cheshwan, e riafferma il solenne impegno all’osservanza della Torah e delle mitzvot. In Etiopia si svolgevano pellegrinaggi nelle aree montuose del Paese per rivivere ed evocare idealmente l’ascesa di Mosè al monte Sinai con una scalata di un monte; i partecipanti digiunavano e recitavano preghiere. Il digiuno è stato negli anni interrotto e sostituito da festeggiamenti che si svolgono a Gerusalemme. La tradizione più accreditata fa coincidere la celebrazione con la fine della guerra tra le locali comunità cristiane e quelle ebraiche, avvenuta nel VI secolo. La prima menzione scritta risale al XV secolo e riprende la tesi secondo cui proprio nel Settecento era terminata la persecuzione perpetrata dai cristiani contro i Beta Israel.
Grazie agli studi del professore universitario e avvocato di origine italiana Michael Corinaldi molti sono stati gli approfondimenti sugli ebrei etiopi. Per Hebrew University Press nel 1998 il prof. Corinaldi aveva pubblicato “Jewish Identity – The case of Ethiopian”, un volume che è rimasto il punto di riferimento per gli studi sull’identità ebraica e sugli ebrei che nel corso dei secoli si sono trovati a dover nascondere la loro ebraicità per sfuggire alle persecuzioni. Corinaldi, partendo dalla domanda cruciale “Chi è ebreo” ha approfondito lo status personale di centinaia di migliaia di nuovi olim etiopi fornendo chiavi di lettura ancor oggi attuali per il 92% della comunità Beta Israel che attualmente vive in Israele e costituisce quasi il 2% del totale della popolazione israeliana.