
Canti, balli e abbracci. Così Rom Braslavski, ex ostaggio della Jihad Islamica Palestinese per 738 giorni, è stato accolto alle Scuole Ebraiche di Roma, dove ha incontrato gli alunni delle elementari, delle medie e del liceo.
Ad aprire l’incontro è stato rav Benedetto Carucci Viterbi, preside del Liceo Renzo Levi, che ha accolto Braslavski a nome di tutta la scuola. “È stato un percorso molto difficile, inimmaginabile. Qui vogliamo offrirti solo una cosa semplice: un momento di quiete, di calore”, ha affermato. “La tua presenza qui ci dà forza e ispirazione. Benvenuto Rom, siamo qui per te”.
Gli alunni delle elementari hanno cantato Habaita, brano divenuto simbolo della speranza per il ritorno degli ostaggi, e hanno ballato insieme a Rom, trasformando l’incontro in un momento di condivisione e vicinanza.
Prendendo la parola davanti agli studenti, Braslavski si è rivolto soprattutto ai più giovani. “Siete dolcissimi, davvero”, ha detto, ringraziandoli per l’energia e l’affetto ricevuti. Poi un messaggio scandito con forza: “Amatevi l’uno con l’altro. Siamo tutti ebrei, siamo tutti uno per l’altro, sempre”. “Non dovete vergognarvi di essere ebrei e non dovete avere paura”, ha aggiunto, invitando gli studenti a essere orgogliosi della propria identità. Rivolgendosi ai ragazzi più grandi, ha poi indicato il ruolo delle nuove generazioni: “Voi siete la generazione che continua”. Poi un’esortazione allo studio, all’impegno e ai valori: “Studiate, fate le mitzvot, mostrate a tutti la forza del nostro popolo”. La visita si è conclusa tra lunghi applausi e le note della Hatikvah, l’inno nazionale dello Stato d’Israele.













