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    Los Angeles, proiettato il documentario sulla strage di Hamas del 7 ottobre

    Quarantatré minuti di testimonianze visive della terribile strage compiuta dai terroristi di Hamas in Israele. È il documentario “Bearing Witness to the October 7th massacre”, realizzato attraverso i video ricavati dai GoPro dei miliziani e proiettato per la visione di circa 200 esponenti dell’industria cinematografica al Museo della Tolleranza del Centro Simon Wiesenthal a Los Angeles.

    Il film “cambierà il modo in cui è visto il Medio Oriente e il modo in cui è vista la guerra a Gaza”, ha detto Gilad Erdan, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, riferisce The Hollywood Reporter. – “Hamas, proprio come i nazisti e l’Isis, vede gli ebrei come insetti da sterminare”, ha continuato, aggiungendo che l’operazione dell’IDF a Gaza serve “a garantire che tali atrocità non si ripetano mai più”.  “Hamas deve essere sradicato. – ha concluso Erdan – Questo è l’unico modo per evitare un altro massacro. … Se Israele non elimina questo male, ricordate le mie parole: l’Occidente è il prossimo”.

    La proiezione è avvenuta in un clima di tensione per le minacce rivolte allo stesso museo e gli scontri tra la polizia e alcuni manifestanti fuori la sede. L’evento è stato organizzato da Greenberg e Melissa Zukerman, con il sostegno dell’American Jewish Committee e dell’Anti-Defamation League. Le precedenti proiezioni si sono svolte presso l’Ambasciata israeliana a Washington e presso la Knesset a Gerusalemme per la stampa israeliana e straniera.

    Il portavoce dell’IDF Daniel Hagari ha smentito la notizia della diffusione del filmato sul web: “E’ un documento che viene mostrato unicamente a pubblici ristretti, ai politici in posizione di responsabilità, agli esponenti dei media e agli influencer in Israele e all’estero”.

    Il Primo ministro Benjamin Netanyahu starebbe valutando la possibilità di distribuire il film al grande pubblico, ma l’idea non è condivisa perché la visione, secondo alcuni esperti di salute pubblica come il prof. Ran Balicer dell’Università di Beer Sheva, “può provocare danni gravi e prolungati alla salute mentale”.

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