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    Un evento particolare è stato osservato per la prima volta nella parte settentrionale del Golfo di Eilat: si tratta di un anomalo sbiancamento dei coralli. Uno studio su questo fenomeno è stato pubblicato su Ecology and Environment, una rivista focalizzata sulla scienza e la politica ambientale. Nella ricerca,  condotta dal Dr. Asaf Zvuloni, ecologo presso la Riserva Naturale della Baia di Eilat, insieme al Dr. Yonatan Shaked e al Professor Maoz Fine dell’Istituto Interuniversitario per le Scienze Marine di Eilat , si evidenziano in dettaglio i risultati preoccupanti di questo fenomeno.
    I ricercatori spiegano infatti che l’evento di sbiancamento è stato innescato dai cambiamenti estremi nelle condizioni ambientali, come l’aumento senza precedenti delle temperature dell’acqua del mare. La ricerca evidenzia la vulnerabilità delle barriere coralline ai cambiamenti climatici. Quando la temperatura dell’acqua supera una soglia critica, la relazione simbiotica tra i coralli e le minuscole alghe (zooxantelle), che vivono al loro interno, si rompe causando l’espulsione delle alghe. Sebbene i coralli possano sopravvivere temporaneamente, devono affrontare una grave crisi energetica, che assieme all’esposizione prolungata alle alte temperature, può portare a una diffusa mortalità dei coralli. Numerosi studi hanno dimostrato che i coralli del Golfo di Eilat sono noti per la loro resilienza unica all’aumento delle temperature del mare e agli eventi di sbiancamento ad esse associati. Questa resilienza deriva dalla selezione a lungo termine nel Mar Rosso meridionale, in particolare nello stretto di Bab al-Mandab, che favorisce i coralli resistenti al calore. Le alte temperature in quest’area consentono solo ai coralli più tolleranti al calore di entrare nel Mar Rosso dall’Oceano Indiano.
    “L’estate del 2024 è stata senza precedenti, portando con sé uno stress da caldo estremo, con temperature del mare che hanno raggiunto un picco di 31,9°C e temperature massime giornaliere superiori a 30°C per due mesi consecutivi nel Golfo di Eilat. I dati satellitari della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) hanno rivelato che lo stress da calore accumulato sperimentato dalle barriere coralline di Eilat durante l’estate del 2024 è stato 3,75 volte superiore alla soglia di stress che causa gravi eventi di sbiancamento in altre barriere coralline in tutto il mondo”, ha spiegato Zvuloni. “Mentre la resilienza dei coralli di Eilat è unica a livello globale, sembra che anche loro abbiano un punto di non ritorno, ed è probabile che il sistema della barriera corallina abbia raggiunto una soglia critica e preoccupante quest’anno”.
    Attualmente, l’Autorità israeliana per la natura e i parchi sta conducendo indagini per valutare la portata del fenomeno e i tassi di recupero e mortalità dei coralli sbiancati. “Ci sono anche molti fattori di disturbo locali che potrebbero danneggiare la resilienza naturale dei coralli di Eilat. Ad esempio, la combinazione di alte temperature e inquinamento dell’acqua di mare da nitrati ha un impatto critico sulla sensibilità dei coralli allo sbiancamento” ha aggiunto Zvuloni.
    Attualmente, i livelli di nitrati dalla costa israeliana nel Golfo di Eilat superano i limiti di sicurezza. Dato l’aumento osservato delle temperature superficiali del mare e l’elevata e imprevedibile frequenza delle ondate di calore, qualsiasi ulteriore aumento dei livelli di nitrati minaccia direttamente le barriere coralline, aumentando significativamente la probabilità di gravi eventi di sbiancamento. In molti casi, quando gli ecosistemi marini sono esposti a condizioni estreme (come stress da calore e disturbi locali) e sono “spinti” a un punto critico, la risposta può essere brusca e severa, come si evidenza in molte aree con barriere coralline in tutto il mondo. In questi casi, la capacità di tornare ad uno stato precedente spesso non è possibile, in particolare di fronte alle mutevoli condizioni climatiche al di fuori del nostro controllo, insieme alla crescente pressione dei fattori di disturbo nel tempo. Fino ad oggi, lo sbiancamento dei coralli osservato a Eilat non ha raggiunto un livello grave, ma è troppo presto per determinarne gli effetti a lungo termine.
    “Data la resilienza unica delle barriere coralline di Eilat, che le rende significative a livello internazionale, Israele ha la responsabilità di ridurre al minimo i fattori di disturbo locali e mantenere la qualità dell’acqua nel Golfo di Eilat. Gli sforzi locali di conservazione possono aiutare a preservare la resilienza naturale dei coralli di Eilat non solo come risorsa nazionale, ma anche come tesoro internazionale per le generazioni attuali e future” ha concluso Zvuloni.

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