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    È stata confermata ieri la morte dell’educatore, studioso e storico della Shoah Alex Dancyg. L’uomo, 76 anni, era stato rapito e tenuto in ostaggio da Hamas. Il suo corpo è ancora detenuto nelle mani dei terroristi di Hamas nella Striscia di Gaza. L’Idf ha annunciato anche la morte di un altro ostaggio Yagev Buchshtav, 35 anni, sequestrato il 7 ottobre nel Kibbutz Nirim.
    Alex Dancyg aveva dedicato gli ultimi trent’anni della sua vita alla didattica della Shoah, lavorando instancabilmente per lo Yad Vashem. “Oggi, siamo profondamente addolorati per la perdita del nostro caro e stimato collega, Alex Dancyg. Proprio l’altro ieri, abbiamo segnato il 76° compleanno di Alex, tutti animati dalla speranza che Alex tornasse presto da noi vivo – ha detto Dani Dayan, Presidente dello Yad Vashem, in un comunicato diramato e poi apparso sul sito ufficiale di Yad Vashem – L’essenza di Alex incarnava sia nello spirito che nella sostanza, il suo amore per la terra d’Israele e la sua sete di conoscenza. La sua vasta biblioteca nella sua casa in Kibbutz Nir Oz rifletteva la sua profonda connessione tra la sua amata identità israeliana ed ebraica e il suo luogo di nascita polacco. Alex ha integrato con successo queste prospettive nel suo insegnamento degli eventi della Seconda guerra mondiale in generale, e della Shoah in particolare. La notizia della sua tragica morte rafforza il nostro impegno a garantire che l’eredità di Alex e le storie che ha conservato con passione non siano mai dimenticate”.
    Alex nacque nel 1948 a Varsavia, in Polonia, da genitori sopravvissuti alla Shoah. Nel 1957, emigrò in Israele con la sua famiglia e in seguito si trasferì in maniera permanente nel Kibbutz Nir Oz. Dopo essere tornato in Polonia per la prima volta in tre decenni, la passione di Alex per la storia e l’educazione della Shoah crebbe sempre di più. Nel 1990, iniziò quindi a lavorare con Yad Vashem, collaborando alla creazione e nella conduzione di corsi di formazione per guide di viaggi giovanili israeliani in Polonia. Dancyg, esperto nella cultura polacca e nell’ebraismo, e nella complessa relazione storica tra il popolo polacco e quello ebraico, è riuscito negli ultimi trent’anni alla creazione di numerosi contributi legati alla didattica della Shoah.
    Alla fine dello scorso ottobre, proprio a seguito del terribile rapimento di Alex, suo figlio Yuval era giunto in Italia assieme al forum delle vittime dei rapiti per chiedere al governo italiano di fare il massimo per la liberazione degli ostaggi. A novembre, la sua famiglia aveva appreso che Alex risultava ancora vivo grazie ai racconti di alcuni ostaggi liberati. L’uomo lascia 4 figli e 13 nipoti, di cui due sopravvissuti al massacro compiuto da Hamas.

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    NEWS

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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Verso il digiuno del 17 di Tammuz e Ben HaMetzarim

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    NEWS

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    EUROPA

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