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    Il vicepremier Bavarese Hubert Aiwanger è al centro delle polemiche dopo che giorni fa la Süddeutsche Zeitung ha svelato che, insieme a suo fratello Helmut, sarebbe l’autore di un volantino antisemita stampato e distribuito in una scuola tedesca: “Chi è il più grande traditore della patria? Chi indovina vince un volo attraverso i camini di Auschwitz”. 

     

    Diverse organizzazioni ebraiche, in particolare il Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, hanno chiesto a Markus Söder, ministro-presidente della Baviera e leader del partito conservatore Csu, di rimuoverlo dall’incarico. 

     

    Tuttavia, nei giorni scorsi, Söder ha deciso di non licenziare Aiwanger, a patto che chiedesse scusa alla comunità ebraica e ricostruisse un rapporto di fiducia con essa. La decisione di non destituire Aiwanger consente infatti a Söder di mantenere intatto il governo di coalizione formatosi nel 2018 prima delle elezioni regionali dell’8 ottobre. Gli ultimi sondaggi d’opinione danno il Csu al 39%, con gli Elettori Liberi attorno al 12% in una corsa serrata contro l’estrema destra di AfD. Tuttavia ciò ha creato un forte sdegno tra gli ebrei tedeschi. 

     

    Josef Schuster, presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, ha affermato di non vedere “alcun segno di pentimento” in Aiwanger, che da dieci giorni parla di una “campagna denigratoria” contro di lui e sta assumendo sempre la posizione della vittima.

     

    Anche l’American Jewish Committee (AJC), che ha la sede europea proprio in Germania, si è detto “sconcertato” dal fatto che Aiwanger, indipendentemente dal suo coinvolgimento, “continui a evitare qualsiasi dibattito serio sul contenuto e sull’impatto del volantino”.

     

    Il commissario federale contro l’antisemitismo, Felix Klein, ha invece definito Aiwanger “un “cattivo modello in politica per i giovani tedeschi”, spiegando come le sue scuse siano presentate “il più tardi possibile, il meno possibile e con il minimo di empatia possibile”.

     

    L’Unione degli studenti ebrei tedeschi (JSUD) ha invece lanciato nei giorni scorsi una petizione contro Aiwanger, chiedendo a Söder di cambiare la sua posizione riguardo a questa vicenda. 

    “Il permissivo trattamento politico e giuridico nei confronti del giornale provocatorio di Aiwanger mandano un segnale all’opinione pubblica, ossia che coloro che esprimono antisemitismo non devono temere alcuna ripercussione e che le battute sulla Shoah sono ancora una volta tollerabili” afferma Hanna Veiler, presidente del JSUD,in un comunicato.

    “L’unica decisione ragionevole è quella di mettere in congedo il signor Aiwanger con effetto immediato fino a quando tutte le accuse non saranno state pienamente chiarite da una commissione indipendente” ha aggiunto.

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