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    Il 26 maggio presso il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara è stato presentato in anteprima il nuovo libro di David Kertzer (professore di Scienze Sociali alla Brown University,) Un papa in guerra. La storia segreta di Mussolini, Hitler e Pio XII (ed. Garzanti). Dall’intervista della giornalista Brunella Torresin è emerso come il testo si basi su una notevole massa documentale inedita che restituisce interi spaccati del rapporto tra Pio XII e la Germania nazista, della mediazione fra la Sede Apostolica e le autorità tedesche in funziono della tutela della popolazione cattolica a fronte dell’interruzione delle critiche al regime nazista esternate dal predecessore Pio XI.  Peraltro, è stato sottolineato che anche l’opposizione di Pio XI al regime nazista non riguardava la salvaguardia della minoranza ebraica.

     

    Tuttavia, va evidenziato che il tema dell’antisemitismo non era sentito In generale e che per molti Paesi occidentali e finanche per il pontefice il problema principale era l’affermazione del bolscevismo e la necessità di fermarlo.

    Si tratta di una fase storica molto complessa quella che portò alla seconda guerra mondiale. Infatti, non si può scordare il patto Molotov-Ribbentrop, l’alleanza tra la Russia sovietica e la Germania nazista, che portò alla spartizione della Polonia e che concorse alla distruzione della più grande comunità ebraica europea dell’epoca, quella polacca. Sarà per il futuro del dibattito storiografico sempre più Importante sottolineare il quadro generale nel quale si inserirono le relazioni tra papato e i nazisti, per evidenziare il fatto che l’antisemitismo era diffuso anche in quelle nazioni che sconfissero Hitler e il rapporto tra l’antigiudaismo di matrice religiosa e l’antisemitismo di carattere pseudoscientifico.

     

    Ad esempio, va ricordato che il Libro bianco britannico del 1939 impedì a migliaia di ebrei di salvarsi fuggendo nell’allora Palestina mandataria e che la Francia di Vichy fu solerte collaborazionista. Spesso si dimentica che negli Stati Uniti negli anni Trenta e Quaranta del Novecento esisteva l’apartheid non solo nei confronti delle popolazioni afroamericane ma che forti discriminazioni colpivano anche gli ebrei.

     

    Un altro tema importante è quello di non restituire il rapporto fra Pio XII e i nazisti secondo una visione ebraico centrica perché questo rischia di dimenticare che i silenzi di Pio XII riguardarono tutte le stragi nazifasciste effettuate anche in Italia e a Roma in particolare e che questo, come è stato sottolineato durante il dibattito, ha prodotto, tra l’altro, un rapporto ambiguo tra le autorità ecclesiastiche e la Resistenza.

    In buona sostanza è importante che il dibattito storiografico sia separato dal giudizio di valore, che si eviti l’uso ideologico della storia e che si tenga conto di maggior numero di elementi tra quelli che hanno prodotto una catastrofe come la Shoah.

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