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    Nelle case ebraiche, ovunque nel mondo, si cresce sapendo che nel secolo scorso, negli anni Trenta e Quaranta, i nostri nonni e bisnonni hanno affrontato la Shoah, in qualche modo ne sono usciti vivi e questo, alla lunga, ha assicurato la nostra nascita. Non c’è un momento preciso in cui si scopre, da piccoli, la storia dello sterminio del popolo ebraico: è qualcosa che aleggia nelle famiglie e nelle coscienze ed in cui, mano a mano, si infilano i racconti dei nonni e dei genitori e si prova a dare un senso al proprio essere al mondo, forse al posto di qualcun altro. La consapevolezza del «buio del Novecento» attraversa, sin dal titolo, un libro appassionato, appena uscito per i tipi del Mulino, in cui Umberto Gentiloni Silveri e Stefano Palermo ragionano su 39 memorie di ebrei italiani conservate nell’Archivio diaristico nazionale di Pieve di Santo Stefano. Nel volume risuonano le voci di uomini e di donne che, in un ventaglio di esperienze personali e di vissuti differenti, tracciano un affresco collettivo di quegli anni terribili, portando sulla carta i toni e le emozioni delle storie intime di tante famiglie. Autori e autrici dei diari ripercorrono quegli anni terribili, tornando indietro con la memoria a momenti grandi e piccoli, in un susseguirsi di cronache, ragionamenti e riflessioni in cui si affiancano tra loro le testimonianze dei pochi ebrei italiani tornati dai lager e quelle di chi riuscì a scampare la deportazione.
    La cronologia della persecuzione italiana affiora da queste pagine e rivela, ancora una volta, l’enorme tradimento degli ideali e dei sogni del Risorgimento e dell’emancipazione imposto dalle leggi razziali del 1938. L’espulsione dalla scuola, dal lavoro, dalle amicizie, l’improvvisa solitudine si accompagnano alla repentina acquisizione di un’identità ebraica nuova e decisa da altri, che tiene insieme chi era pienamente inserito nelle comunità e chi, invece, se ne trovava a vari gradi di lontananza tra matrimoni misti e rare comparse in sinagoga nei giorni di festa solenne. Così, Sonia Oberdofer, all’epoca maestra costretta a rinunciare all’insegnamento nelle scuole pubbliche, fotografa l’autunno del 1938 e l’applicazione dei nuovi provvedimenti: «Ricordo l’ira con cui papà, di ritorno dal lavoro dal quale era stato allontanato, scagliò a terra il distintivo del partito che tutti gli impiegati statali dovevano portare all’occhiello» (p. 43).
    Ci sono gli ebrei fascisti, gli antifascisti, gli indifferenti, chi poi sarà partigiano, chi riuscirà a attraversare il confine, chi trascorre la guerra nella Palestina mandataria temendo per la sorte dei parenti rimasti in Italia e chiedendosi se la strada sionista sia quella giusta. Su tutti, dopo il terremoto del 1938, arriva, dal 1940, la guerra. La paura dei bombardamenti, la speranza di veder crollare il regime e di tornare ad essere come gli altri, il timore che, invece, le cose per gli ebrei possano peggiorare ancora. Brenno Coen, ad esempio,rammenta il 25 luglio e l’ennesima disillusione che lo seguì: «Dopo 20 anni di sofferenze, umiliazioni di ogni sorta, torture che io ed alcuni dei miei fratelli abbiamo subito, essere finalmente liberi cittadini italiani. Purtroppo questa libertà, questa gioia immensa durò pochissimo, cioè fino all’8 settembre. Qui iniziò la mia dolorosissima storia» (p. 85).
    Il cambiamento segnato dall’8 settembre è tangibile e non lascia scampo. Eugenia Bassani si trova a Ferrara, dove assiste sgomenta all’entrata dei tedeschi, allo sbandamento dell’esercito italiano e registra l’angosciante incertezza del momento: «Capimmo che era la fine. Ferrara era inerme nelle loro mani gelide e armate. Che cosa potevamo fare? Che cosa avrebbero fatto di noi ebrei? Insieme alla complicità dei fascisti, ci avrebbero consegnato ai nazisti?». Appena pochi giorni dopo, lo squillo del campanello, gli agenti della questura in cerca del «dottor Bassani», la prontezza del padre nel rispondere «è uscito, ma tornerà presto», cogliere il messaggio e il pericolo e far fuggire di corsa la famiglia dall’uscita secondaria. «Le case degli ebrei nell’antichità avevano sempre due uscite per potere, in caso di pericolo, avere una scappatoia. Quella seconda uscita in via Madama non era stata fatta per quella ragione, ma effettivamente ci fu molto utile e ancora ora, coi tempi che corrono e che sempre correranno, ci dovrebbe essere in ogni casa ebraica» – conclude l’autrice riallacciando con pessimismo i fili di storie lunghe e ripetute di sopravvivenza ebraica (pp. 88-89).
    Passano i mesi e arriva, a tappe, la libertà, quella vera. Gli ebrei italiani si guardano intorno, iniziano a comprendere l’orrore di quel che è successo e le perdite insanabili che hanno subito: i tanti sommersi nel gorgo della Shoah e l’impossibile ritorno alla vita leggera di prima. La fatica del dopoguerra e l’urgenza di tenere traccia di quel che è stato fanno da sfondo alla scrittura e provano a rispondere all’interrogativo su come studiare, raccontare e ricordare la Shoah. E donare la propria memoria privata alla memoria collettiva in carta e inchiostro è una delle possibili vie.

    Umberto Gentiloni Silveri, Stefano Palermo. Dal buio del Novecento. Diari e memoria di ebrei italiani di fronte alla Shoah, Bologna, Il Mulino, 2024

    La presentazione del libro “Dal buio del Novecento. Diari e memorie di ebrei italiani di fronte alla Shoah”, organizzata dal Centro di Cultura della Comunità Ebraica di Roma, sarà lunedì 3 febbraio alle 18.00 presso la Casina del Vallati. Con gli autori, interverranno Camillo Brezzi e Milena Santerini, moderati dall’editorialista de La Repubblica Maurizio Molinari. Sono inoltre previste le letture di Micol Pavoncello.
    L’ingresso è libero, con prenotazione obbligatoria a eventi@museodellashoah.it

    ROMA EBRAICA

    Voci di casa. I diari degli ebrei italiani raccontano la Shoah in un libro di Umberto Gentiloni Silveri e Stefano Palermo

    Di Serena Di Nepi

    Nelle case ebraiche, ovunque nel mondo, si cresce sapendo che nel secolo scorso, negli anni Trenta e Quaranta, i nostri nonni e bisnonni hanno affrontato la Shoah, in qualche modo ne sono usciti vivi e questo, alla lunga, ha assicurato la nostra nascita. Non c’è un momento preciso in cui si scopre, da piccoli, la storia dello sterminio del popolo…

    ISRAELE

    Eyal Zamir nominato nuovo Capo di Stato Maggiore dell'IDF

    Di Luca Spizzichino

    Eyal Zamir è stato scelto come prossimo Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano. La nomina, annunciata dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Israel Katz, sarà effettiva dal 6 marzo, quando Zamir assumerà ufficialmente il ruolo, diventando il 24º Capo di Stato Maggiore dell'IDF. Zamir prenderà il posto di Herzi Halevi, che ha annunciato le sue dimissioni…

    Cultura

    Eroine della libertà: nove donne indimenticabili nel nuovo libro di Elisabetta Fiorito

    Di Michelle Zarfati

    Il coraggio è donna nel nuovo libro di Elisabetta Fiorito “Eroine della libertà” (Sole 24 ore). Nove donne diverse, vissute in epoche diverse, ma accomunate dalla tenacia, la cultura, l’orgoglio e soprattutto la loro identità ebraica. Un romanzo che mette in scena nove eroine simbolo di resilienza ed emancipazione femminile, ma è la decima donna che colpisce: l’autrice. Capace di…

    Cultura

    Chagall all'Albertina di Vienna: cento capolavori affascinano i visitatori

    Di Claudia De Benedetti

    Il Museo Albertina di Vienna presenta una mostra di grande fascino, intitolata “Chagall”, proponendo cento opere dell'artista: dai primi dipinti realizzati nell'Impero russo tra il 1908 e il 1910, alle grandi composizioni poetiche degli anni parigini dal 1910 al 1914, fino ai grandi formati dipinti nel sud della Francia fino agli anni ’80. Già nel 2004 l’Albertina aveva allestito una…

    NEWS

    New York, dedicata una via a Yad Vashem

    Di Jacqueline Sermoneta

    "Questo cartello stradale è più di un nome: è un potente simbolo della nostra responsabilità condivisa di preservare la memoria della Shoah e combattere l'inquietante crescita di odio e intolleranza". Ha commentato così Dani Dayan, presidente di Yad Vashem – l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme - durante la cerimonia di intitolazione nella città di New York…

    ISRAELE

    Dopo 484 giorni di prigionia, Keith Siegel, Yarden Bibas e Ofer Calderon tornano a casa

    Di Redazione

    Keith Siegel, Yarden Bibas e Ofer Calderon, rapiti il 7 ottobre del 2023 dai terroristi di Hamas, oggi sono finalmente tornati a casa. Durante la mattinata Ofer e Yarden sono stati trasferiti dall'organizzazione terroristica Hamas alla Croce Rossa a Khan Yunis. Successivamente IDF li ha condotti in un punto di accoglienza a Re'im, dove Yarden Bibas ha incontrato il padre…

    ISRAELE

    La fede che ha salvato gli ostaggi durante la prigionia

    Di Michelle Zarfati

    Dopo 482 giorni in cattività nella mani di Hamas, gli ostaggi israeliani Arbel Yehud, Gadi Moses e Agam Berger sono tornati a casa giovedì, rivelando dettagli strazianti del loro calvario. Hanno raccontato di come si sono aggrappati, nei momenti più duri, loro fede, rifiutandosi di mangiare pane lievitato durante Pesach e tentando di digiunare durante lo Yom Kippur, nonostante la…

    ISRAELE

    Keith Siegel, Ofer Calderon e Yarden Bibas saranno rilasciati domani da Hamas

    Di Luca Spizzichino

    Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel sono i tre ostaggi che Hamas rilascerà sabato, secondo quanto confermato dalle autorità israeliane. Le famiglie dei tre ostaggi sono state informate e Israele ha accettato l'elenco trasmesso da Hamas. La lista è stata consegnata al capo del Mossad, David Barnea, dal primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, nell'ambito dei…

    Cultura

    Mini soufflé al cioccolato

    Di Giulia Gallichi

    Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio da un'amica con la quale riesco raramente a parlare, che mi faceva i complimenti per uno dei miei figli. Dopo una giornata caotica, con mille pensieri e la tristezza che accompagna questo periodo, ricevere le sue parole mi ha reso talmente felice, da allontanarmi per un attimo dalla negatività. Mi sono ritrovata a…

    Mondo

    Trump annuncia la revoca dei visti ai manifestanti antisemiti

    Di Olga Flori

    Il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole combattere l’antisemitismo negli USA. Lo aveva già promesso in campagna elettorale e, come prima mossa, mercoledì ha firmato un ordine esecutivo per revocare i visti degli studenti universitari non statunitensi che abbiano partecipato alle manifestazioni contro Israele. Nel documento esplicativo allegato all’ordine, Trump aggiunge che “a tutti i cittadini stranieri che…