
Dal 7 ottobre 2023, ogni occasione di celebrazione porta con sé un briciolo di amarezza. E così è stata anche per l’hachnasat del nuovo Sefer Torà dedicato alle vittime del 7 Ottobre e in particolare alla famiglia Bibas donato al Tempio Maggiore. L’hachnasat del Sefer, scritto in Israele, è stata portata avanti grazie all’impegno dello shammash Gabriele Sonnino.
“Presentare un Sefer Torà in un Bet Hakneset è una gioia: questa sera, la nostra gioia è limitata, perché questo Sefer porta con sé una storia terribile alle spalle, che ci lascia sgomenti” ha commentato il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni.
“La risposta del popolo ebraico di fronte a questa situazione difficile e al clima sempre più avvelenato è resistere: introduciamo un nuovo Sefer Torà come un segno di resistenza e di continuità” ha poi aggiunto Rav Di Segni.
Il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, ha commentato: “Abbiamo il dovere di unirci: l’unica chiave per uscire vittoriosi da questa situazione è l’unità con la nostra gente. Vi prego di pensare che in questo nuovo anno H. ci manderà solo vittorie e berachot”.
Presente all’evento anche l’ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, che ha lodato il lavoro della Comunità Ebraica di Roma in questi tempi difficili per il popolo ebraico e per lo Stato di Israele, affermando che “Dobbiamo essere dalla parte giusta della storia”.
La parola è poi passata a Rav Elhanan Danino e Avi Marciano, i genitori rispettivamente di Ori Danino e Noa Marciano, entrambi morti a Gaza.
Ori Danino si trovava al Nova Festival, era un soldato fuori servizio. Ha provato a salvare altre persone ed è stato catturato e portato a Gaza, dove è stato poi ucciso. “Abbiamo avuto la fortuna di riavere nostro figlio Ori, ma l’abbiamo ricevuto dentro una bara” ha commentato Rav Danino.
Noa Marciano era una soldatessa che sorvegliava il confine con Gaza. I terroristi prima di rapirla hanno ucciso le sue amiche proprio sotto ai suoi occhi. Il padre, Avi Marciano, ha raccontato: “Noa è rimasta in vita durante la prigionia a Gaza, fino a quando un medico terrorista non ha deciso di ucciderla”.
È intervenuto anche un parente della famiglia Bibas in collegamento via Zoom: Rav Bezalel Schneider, che ha affermato: “Nel momento in cui badiamo l’uno all’altro e ci facciamo del bene a vicenda, non dobbiamo avere paura”.
Parole di dolore unite a parole di speranza e di unità.
Ci apprestiamo a festeggiare RoshHashanà, l’inizio di un nuovo anno. E come ha affermato Rav Di Segni, “Le nostre festività sono dolci e amare”. Durante i chaggim ricordiamo infatti le difficoltà e la sofferenza del popolo ebraico e allo stesso tempo celebriamo la nostra vittoria, la nostra continuità.
L’evento si è concluso con l’augurio che l’ingresso di questo nuovo Sefer Torà nel Tempio Maggiore di Roma sia un messaggio di speranza che ci accompagni in un futuro gioioso per il popolo ebraico, senza mai lasciar andare il passato. Porteremo sempre con noi il ricordo della famiglia Bibas, di Ori, di Noa e di tutte le vittime del 7 ottobre, sperando che con il nuovo anno avvenga il rilascio di tutti i rapiti.