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    ROMA EBRAICA

    Dalla regina Ester la salvezza degli ebrei

    Mostra, convegno, pubblicazione

    Purim è una festività ebraica molto allegra, ci si maschera, si mangia, si beve. Si festeggia il primo tentativo di sterminio del popolo ebraico ovviamente sventato, tentativo che poi si è riproposto più volte durante la millenaria storia degli ebrei, purtroppo fino a oggi.
    Quest’anno il Centro Romano di Studi sull’Ebraismo dell’Università Tor Vergata e la Comunità Ebraica di Roma hanno celebrato tale festa con una splendida mostra presso il Museo Ebraico e un interessante convegno durato due giorni, “Ester nella storia. Metamorfosi di un racconto biblico”.
    Si segnala anche la pubblicazione, per i tipi di Giuntina nell’ambito del progetto di traduzione del Talmud iniziato nel 2011, di un nuovo volume del Talmud Babilonese, il Trattato Meghillah dedicato al rotolo di Ester.
    Colpisce il fatto che tali iniziative, programmate prima che accadessero in Israele i tragici fatti del 7 ottobre 2023 e realizzate nei primi mesi del 2024, siano foriere di un messaggio di forza e speranza: anche quando tutto sembra perduto, la volontà e l’impegno dell’uomo possono rovesciare la sorte (in ebraico Purim vuol dire “sorti”) che sembra immutabile.
    Nell’introduzione alle due giornate del convegno, il Rettore di Tor Vergata Nathan Levialdi Ghiron, due Direttori del settore umanistico Lucia Ceci e Lorenzo Perilli, il Direttore del CeRSE Tommaso Caliò, insieme al Presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, al Direttore del Dipartimento di Cultura della CER Claudio Procaccia e alla Direttrice del Museo Ebraico Olga Melasecchi hanno messo in evidenza l’importanza della collaborazione tra l’Università e la Comunità di Roma.
    La bellissima ragazza ebrea, diventata, non per suo volere, regina persiana e, grazie a questo, salvatrice del suo popolo, è stata trattata sotto tutti i punti di vista, con riferimenti anche ad altre rilevanti figure femminili della storia ebraica. Infatti, il ruolo della donna nell’ebraismo è sempre stato fondamentale e la stessa Torah mostra come le donne abbiano letteralmente fatto la storia del popolo ebraico, spesso più degli uomini.
    Riccardo Di Segni, Capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, ha sottolineato come gli eventi ricordati durante la festa di Purim rievochino un senso di angoscia per il tentativo di sterminio, ma anche di speranza, perché questo è stato sventato grazie alla rivelazione di ciò che era nascosto. Infatti, la radice ebraica del nome Ester si riferisce proprio a tale concetto: inizialmente Ester non rivela la propria origine, ma anche il Signore, il cui nome non compare nel rotolo, nasconde il proprio volto.
    È stata analizzata l’origine del nome Ester dall’ebraico, ma anche il suo significato in persiano, ovvero “stella” (Alessandro Campus) e le sue attestazioni nelle epigrafi dell’impero romano come nome sia femminile, sia maschile (Elsa Laurenzi).
    La traduzione e l’analisi del rotolo di Ester nella letteratura e nel teatro anche fuori l’ambiente ebraico è stata approfondita nelle versioni greche (Laura Bigoni), nella letteratura cristiana antica (Emanuela Prinzivalli), nel medioevo latino (Silvia Nocentini), nella letteratura giudeo-provenzale (Erica Baricci), a Firenze nella seconda metà del 1400 (Luca Mazzoni), alla corte di Francia (Simona Munari), tra i crypto-giudaizzanti nella penisola iberica tra il XVI e il XVII secolo (Myriam Silvera), a Venezia nel XVII secolo (Marina Caffiero), come esempio di politica di coesistenza in età moderna (Serena Di Nepi), in Germania al tempo di Goethe (Roberta Ascarelli), in “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne come figura dalle molteplici sfaccettature, debole e forte allo stesso tempo (Elisabetta Marino) e nella pièce di Racine recitata da Sara Bernhardt (Donatella Orecchia).
    Per quanto riguarda Ester nell’arte, molteplici sono state le raffigurazioni iconografiche dentro e fuori l’ebraismo: nella sinagoga siriana di Dura Europos dove Ester ha un ruolo importante ma comunque è posta in secondo piano (Barbara Crostini), nei manoscritti miniati italiani, fenomeno relativamente recente (Emma Abate), nell’iconografia rinascimentale (Claudio Castelletti), nella pittura barocca (Carmelo Occhipinti) e nell’età contemporanea (Rossana Buono), ma anche nella musica (Teresa Gialdroni e Giacomo Sciommeri) e nel cinema dovei film ispirati a tale argomento non risultano essere numerosi (Luca Mazzei).
    Dal punto di vista storico si è parlato della relazione tra il primo tentativo di sterminio ricordato da Purim e la Shoah (Claudia Hassan) e dei luoghi in cui sì sono svolte le vicende riguardanti Ester (Pierluigi Magistri).
    Non è mancata neanche l’analisi psicanalitica con riferimento al rapporto tra Freud e l’ebraismo (David Meghnagi).
    Infine, è stata studiata la complessa figura di Vashtì, la moglie del re persiano sostituita proprio da Ester in quanto si era rifiutata di comparire di fronte agli ospiti di suo marito per lo più ubriachi (Elèna Mortara).
    Le interpretazioni sui personaggi riguardanti la festa di Purim sono molteplici, contrapposte e per questo affascinanti: il convegno è stato un’importante occasione per analizzarne alcune e fornire nuovi spunti per ulteriori approfondimenti.

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