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    Flash mob della Comunità Ebraica al Campidoglio: installata una gigantografia di una famiglia rapita

    In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Comunità Ebraica di Roma ha organizzato un flash mob per ricordare la situazione di decine di bambini, adolescenti e anche neonati che sono stati rapiti il 7 ottobre e sono ancora prigionieri a Gaza. Sulla Scalinata dell’Ara Coeli, a pochi passi dal Campidoglio è stata messa la gigantografia di una mamma e le sue due bambine rapite da Hamas. 

    La scelta della famiglia non è casuale: la famiglia Engel, infatti, è stata adottata dallo Stato italiano in occasione della giornata istituita dall’Onu. Il padre Ronan, la madre Karina e le due figlie, Micah di 18 anni e Yuval di 11 anni, sono stati rapiti dal kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre e da oltre un mese sono a Gaza e non si hanno notizie di loro. La manifestazione fa parte di “Bring Them Home Now”, lanciata dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei scomparsi.

    Ad accompagnare l’installazione, 30 persone bendate, per simboleggiare i piccoli ancora nelle mani dei terroristi. In mano ai ragazzi dei cartelli con un appello all’Unicef: “Your role is to protect every child”. 

    Presenti al flash mob anche l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, e il presidente del I Municipio, Lorenza Bonaccorsi. “Avere l’appoggio e la collaborazione delle istituzioni, in particolare il Comune e la Provincia, e delle istituzioni politiche nazionali, significa moltissimo per noi” ha sottolineato Alessandro Luzon, Assessore ai Rapporti Istituzionali della Comunità ebraica di Roma. “Dal 7 ottobre scorso circa 240 persone sono tenute ostaggio dall’organizzazione terroristica di Hamas. Tra loro bambini, anche neonati, donne incinte – ha evidenziato Luzon. – Vogliamo che non si abbassi il livello d’attenzione e vogliamo chiedere a gran voce che tutti i Paesi occidentali, la comunità internazionale e l’opinione pubblica si mobilitino per la liberazione di questi ostaggi”.

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