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    I neodiplomatici della Farnesina incontrano il mondo ebraico per una giornata di confronto e dialogo

    Una delegazione di neodiplomatici del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha incontrato oggi i vertici dell’ebraismo italiano e romano. Un confronto organizzato dall’Ambasciata d’Israele in Italia, per porre l’attenzione sui molteplici temi e sfide che il mondo ebraico deve affrontare al giorno d’oggi.

     

    Gli incontri sono iniziati ieri mattina con la visita alla Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi”, dove la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, ha spiegato ai diplomatici come sono distribuite le comunità ebraiche italiane e ha illustrato quali sono le loro specificità. Di Segni ha inoltre approfondito il tema del rapporto delle comunità con lo Stato e il sistema giuridico italiano.

     

    Successivamente la delegazione ha fatto tappa nel quartiere ebraico, in particolare al Tempio Maggiore, dove la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha parlato obiettivi raggiunti e le sfide presenti e future della comunità più antica della Diaspora.

    Una volta finito il tour all’interno della sinagoga, i diplomatici hanno ricordato l’attentato del 9 ottobre 1982 all’ingresso del Tempio Maggiore, dove Stefano Gaj Taché, di soli due anni, venne ucciso dal terrorismo palestinese. Insieme alla presidente Dureghello, Livia Ottolenghi, Assessore UCEI alle Politiche Educative, e Sandro Di Castro, Presidente del Benè Berith e testimone dell’attentato terroristico, hanno sottolineato l’importanza dell’azione diplomatica per la risoluzione delle differenze e ricordato come il terrorismo palestinese negli anni ha mietuto diverse  vittime italiane, tra cui Alessandro Parini nel recente attentato di Tel Aviv.

     

    Il tour si è concluso alla Casina dei Vallati, dove il gruppo di neodiplomatici italiani ha visitato la Fondazione Museo della Shoah e in particolare l’ultima mostra realizzata: “L’inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka”. Qui Marco Caviglia ha parlato dell’epurazione dei diplomatici ebrei e delle attività delle missioni diplomatiche italiane in Paesi esteri per l’implementazione delle leggi razziali e ha raccontato le storie di diplomatici italiani che salvarono gli ebrei durante la Shoah.

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