
Domenica sera è partito Ebraica – Festival Internazionale di Cultura: iniziative di vario genere si susseguiranno fino al 25 giugno. Quest’anno il festival celebra la sua 18ª edizione con il titolo “(A)Live”: un omaggio alla vita, all’identità e alla memoria, in un’epoca di grandi sfide globali.
Promosso dalla Comunità Ebraica di Roma e curato da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Marco Panella, il Festival animerà il Quartiere Ebraico con incontri, mostre, spettacoli e dibattiti, offrendo uno spazio aperto di riflessione e confronto culturale.
Cuore pulsante della serata inaugurale è stato l’incontro tra lo psichiatra e scrittore Raffaele Morelli e la saggista ed esperta di Cabbalà Yarona Pinhas, che hanno dialogato sul tema dell’anima, esplorandone le dimensioni psicoanalitiche e spirituali.
La conversazione, molto partecipata da parte del pubblico, ha offerto un’intensa riflessione su come sia possibile oggi riscoprire la propria interiorità attraverso il linguaggio della psiche e della tradizione ebraica. «Siamo in un momento storico in cui ci si dimentica di nutrire l’anima della sua esistenza antica. Non si può vivere veramente nel presente se non ci si ricorda chi si è» ha affermato Morelli. «Ciò che accade intorno a noi è intrinsecamente pieno di spiritualità. Sta a noi agire e far crescere la nostra Emunà – la fede – come elemento attivo e generativo della nostra identità» ha aggiunto Pinhas.
Raffaele Morelli ha coinvolto sin dai primi minuti il pubblico presente, domandando a più partecipanti di ricordare episodi della loro infanzia: «Ricordate un momento in cui vi siete sentiti veramente felici, senza motivo apparente? È lì che abita l’anima» ha detto. Ha poi letto alcuni messaggi ricevuti da suoi pazienti e lettori, racconti semplici e toccanti che, secondo la sua analisi, dimostrano quanto la spiritualità non sia qualcosa di astratto, ma un bisogno concreto e vitale dell’essere umano.
Yarona Pinhas ha proseguito offrendo uno sguardo profondo e quotidiano sulla spiritualità, partendo da spezzoni di vita reale: gesti, relazioni, momenti semplici che, se letti con consapevolezza, si rivelano pieni di significato.
Il dialogo tra Cabbalà e psicoanalisi ha creato un ponte tra interiorità e memoria, tra scienza e simbolo, offrendo al pubblico una guida per riscoprire il proprio “animo nascosto” e vivere in modo più consapevole ciò che accade intorno a noi.
Ad aprire la serata, i saluti istituzionali del Vice Capo di Gabinetto della Regione Lazio, Avv. Civita di Russo, dell’Assessore alla Cultura dell’VIII Municipio Maya Vetri e del Vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma Antonella Di Castro, che hanno ribadito il valore della coesione tra istituzioni e comunità, in un momento segnato da tensioni e conflitti, in particolare in Medio Oriente.
In chiusura, un reading di Marco Panella dedicato alla mostra “Rex – La nave giusta”, presente in sala per tutta la durata del Festival, che racconta, attraverso materiali d’archivio, immagini e testimonianze, la storia della nave Rex, un simbolo di modernità, rifugio e speranza durante la Seconda guerra mondiale, fino al suo affondamento nel 1944.