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    ROMA EBRAICA

    L’intervista a Joseph Di Porto, candidato presidente della lista Lev Echad

    “Una Comunità con una identità forte, inserita nel dibattito e vicina agli iscritti”

    Pubblichiamo di seguito l’intervista a Joseph Di Porto, candidato presidente della lista Lev Echad

    Quali sono le sfide più urgenti che la CER deve affrontare?
    Dobbiamo riportare il dibattito interno ad una dialettica civile e di rispetto reciproco. Fissato questo obiettivo ci sono tanti temi su cui lavorare: occorre potenziare i servizi territoriali per intercettare la piaga del disagio giovanile e le difficoltà socio-economiche che colpiscono molti iscritti. La Comunità deve essere vicina alle esigenze di tutti creando un ponte fra i nostri anziani, che sono la nostra storia, e i giovani che raccoglieranno il testimone. È essenziale che la Comunità torni ad essere un attore centrale nel dibattito pubblico con la corretta postura.

    Valori, principi, ideali: cosa è che accomuna i candidati della vostra lista e che vi distingue dalle altre liste?
    Siamo uniti da un forte senso di appartenenza e responsabilità verso la Comunità. Condividiamo valori fondamentali come la co-partecipazione, il rispetto per la storia e la cultura ebraica, l’amore per Israele e l’impegno verso le generazioni future. Le nostre esperienze professionali e la nostra storia di volontariato ci consentono di affrontare le sfide con competenza, inclusività e pragmatismo. Vogliamo una Comunità coesa che sappia sfruttare le potenzialità della società moderna, senza perdere di vista il valore e la storia del patrimonio che abbiamo il compito di gestire.

    Oggi affrontiamo una recrudescenza di antisemitismo e di tentativo di delegittimare Israele. Quali misure e quale profilo deve adottare una comunità in questo scenario?
    L’antisemitismo si contrasta con preparazione e competenza. Servono progetti mirati di informazione e formazione, soprattutto per chi vive fuori dal raggio diretto delle nostre Istituzioni. È essenziale creare sportelli di supporto che rafforzino l’identità e offrano strumenti per affrontare situazioni critiche. Va potenziata una comunicazione strategica, anche digitale, per una controinformazione efficace. Il contrasto passa anche da un dialogo continuo con media e decisori politici, a livello locale e nazionale.

    Scuola, movimenti, famiglie e giovani: in un’epoca di grandi incertezze, come investire sul futuro?
    Occorre creare spazi di dialogo tra famiglie e soggetti coinvolti nella formazione giovanile, sfruttando il ruolo dello sport e dei movimenti giovanili come momenti di aggregazione e creazione identitaria. Il ruolo della scuola è centrale e dobbiamo investire su insegnamento, innovazione e cura delle dinamiche sociali tra i ragazzi, promuovendo programmi di alternanza scuola-lavoro e orientamento alla scelta universitaria attraverso partnership con università nazionali e internazionali. La formazione deve integrarsi con corsi di public speaking e media, potenziando la conoscenza delle lingue e delle tecnologie emergenti. Infine, favorire la creazione di scuole professionali, indirizzando le potenzialità di chi ha necessità di trovare nuovi sbocchi lavorativi.

    Come valorizzare il patrimonio della CER attraverso una gestione trasparente, sostenibile, proficua?
    Dobbiamo realizzare strumenti di diffusione delle informazioni. Continueremo nella valorizzazione del patrimonio immobiliare ma nel rispetto dello scopo di destinazione dei beni con la garanzia della completa copertura economica delle operazioni, evitando rischi e differenziando gli investimenti. Abbiamo individuato leve fiscali da sfruttare per massimizzare l’utile da reinvestire, integrando le attuali donazioni con un migliore utilizzo dei fondi strutturali europei. Infine, il volontariato, attraverso una “economia circolare intergenerazionale” di supporto e formazione che vedrebbe nei pensionati il motore di progettualità rivolte ai giovani.

    Quali sono le competenze più forti che avete voluto mettere in gioco nella vostra lista?
    Abbiamo competenze diversificate e complementari, che uniscono professionalità tecniche, passione e visione. Capacità gestionali avanzate per ottimizzare risorse e processi, ed esperienza nell’amministrazione, per garantire la qualità dei servizi resi agli iscritti. Le conoscenze dei temi ci permettono di affrontare le principali sfide della Comunità. Ricordiamo però che la competenza senza cuore ci renderebbe un’azienda senza scopo.

    Se dovesse essere eletto presidente, come immagina la comunità tra 4 anni, al termine del mandato del prossimo consiglio?
    Una Comunità con una identità forte, rispettata, pienamente inserita nel dibattito e vicina agli iscritti. La immagino come un luogo inclusivo, dove ognuno si senta valorizzato e ascoltato, vicina ai bambini, ai ragazzi e agli anziani. Una comunità in cui ogni tradizione sia stimolo e arricchimento.

     

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