Skip to main content

Ultimo numero Maggio – Giugno 2025

Scarica il Lunario

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ROMA EBRAICA

    Loay Al Sharif in visita a Roma: un ponte di pace tra culture e religioni

    Roma ha accolto nei giorni scorsi Loay Al Sharif, attivista per la pace, linguista e creatore di contenuti noto per il suo impegno nella diffusione della storia e delle lingue semitiche. Nato in Arabia Saudita e oggi residente ad Abu Dhabi, Al Sharif è diventato un punto di riferimento per il dialogo interculturale, specialmente tra il mondo arabo e quello ebraico.

    Durante la sua visita nella Capitale, Al Sharif ha avuto l’opportunità di visitare il Museo Ebraico di Roma e la storica Sinagoga situata nel cuore dell’ex Ghetto di Roma. “Per me essere qui a Roma significa davvero molto. La presenza ebraica in questa città, e in Italia in generale, meriterebbe di essere sottolineata e diffusa in tutto il mondo. Questo è il luogo dove gli ebrei arrivarono dopo la grande rivolta di Bar Kochbà. La comunità di Roma rappresenta semplicemente la più grande e importante comunità della diaspora, qualcosa di davvero unico,” ha detto Al Sharif a Shalom.

    La storia personale di Loay Al Sharif è particolarmente significativa. Cresciuto in un contesto dove l’antisemitismo era presente, racconta di aver radicalmente cambiato visione durante un soggiorno di studi in Francia, ospite di una famiglia ebrea. “È stato quel periodo a trasformarmi. Ho visto l’umanità dietro i pregiudizi, e ho capito che il mio ruolo era quello di contrastare l’odio con la conoscenza” ha spiegato. Dal 2012, Al Sharif crea contenuti educativi su lingue e storia, cercando di promuovere il rispetto reciproco e la cooperazione tra comunità arabe ed ebraiche. Con una laurea magistrale in Ingegneria del Software conseguita alla Penn State University, combina la precisione tecnica con la sensibilità umanistica, offrendo un messaggio moderno e accessibile anche ai più giovani.

    La sua visita a Roma si inserisce in un percorso di incontri interculturali che sta portando avanti in diverse città europee. “Visitare questa sinagoga ha un valore profondo per me, specialmente perché qui c’è qualcosa che mi ricorda tanto il 7 ottobre. Un ricordo legato ad un altro ottobre, di un altro anno in cui la Sinagoga fu testimone di un attacco terroristico. Era il 9 ottobre 1982, e un bambino di due anni perse la vita qui, come tanti altri bambini uccisi il 7 ottobre in Israele. Questo luogo porta con sé un significato speciale: la memoria, per questo è così importante essere qui oggi” ha concluso.

    CONDIVIDI SU: