
Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 1966, dopo dieci giorni di pioggia incessante, l’Arno straripò nel Casentino e nel Valdarno Superiore. Quando la piena raggiunse il capoluogo toscano, percorse le vie della città alla velocità di 60 chilometri orari. Dai lungarni, trasformati in un unico fiume, il fango si riversò ovunque travolgendo case, chiese, edifici storici. Il bilancio dei danni fu aggravato dalla perdita del patrimonio artistico e culturale.
Il 4 novembre del ‘66 l’acqua dell’Arno distrusse o danneggiò anche uno specialissimo e inestimabile patrimonio culturale, quello custodito nel fabbricato che ospita il Tempio della Comunità Ebraica di Firenze.
Furono colpiti dall’inondazione circa metà dei 15 mila volumi della biblioteca, quasi tutti i 95 rotoli della Torah, i circa 200 documenti archivistici e le centinaia di oggetti liturgici, altamente rappresentativi della plurisecolare storia della Comunità.
Nel corso delle operazioni di quei giorni furono recuperati e portati a Roma circa 800 reperti tra volumi, registri e paramenti sacri, posti nel Tempio Maggiore di Roma per farli asciugare.
A questo proposito, è importante ricordare la figura di Luciano Camerino (Roma, 23.7.1926 – Firenze, 10.11.1966) figlio di Italo e Giulia Di Cori, il quale accorse a Firenze per prestare aiuto,ma di fronte alla vista di tale devastazione fu colpito da un ictus e morì.
Fotografie: Archivio storico della Comunità Ebraica di Roma “G. Spizzichino”