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    ROMA EBRAICA

    Memoria e cultura nella visita dei ministri Sangiuliano e Roth in Comunità

    Momenti toccanti nel ricordo di tragedie vicine e lontane, ma anche parole di vicinanza con l’auspicio di incrementare le relazioni culturali. Questi i sentimenti che hanno caratterizzato la visita del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e della sua omologa tedesca Claudia Roth presso la Comunità Ebraica di Roma.

    La giornata istituzionale dei due ministri è iniziata alle Fosse Ardeatine, con una commemorazione della strage nell’ottantesimo anniversario dell’eccidio, che vide la barbara uccisione di 335 persone, tra cui 75 ebrei. Poi l’arrivo nel quartiere ebraico, dove sono stati accolti da una folta delegazione guidata dal Rabbino Capo Riccardo Di Segni e dal Presidente Victor Fadlun. Presenti tra gli altri i consiglieri Johanna Arbib, Alessandro Luzon, Daniele Regard, nonché il Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia.

    L’incontro è stato l’occasione per presentare ai ministri Emanuele Di Porto, il bambino che nella deportazione del 1943 si salvò nascondendosi su un tram, dove rimase protetto dai tranvieri che si alternarono in quelle ore.
    Nel colloquio con la ministra tedesca, Fadlun ha ricostruito le vicende che portarono alla deportazione del 16 ottobre, soffermandosi sulla razzia di libri che le SS effettuarono presso la biblioteca comunitaria, sottraendo un patrimonio storico di cui ancora oggi non si hanno notizie.
    Quindi il momento più solenne, con la deposizione di due corone di fiori sotto la lapide che ricorda proprio il rastrellamento del 16 ottobre 1943, su cui i due ministri hanno partecipato con grande coinvolgimento emotivo.
    “Voglio ringraziare gli amici fraterni della comunità ebraica di Roma per questo gesto così significativo – ha commentato il ministro Sangiuliano –. Credo che sia la prima volta che un ministro della cultura tedesco venga qui e questo ci aiuta a riflettere su quello che è accaduto in un momento storico molto delicato e particolare, perché dopo la tragica aggressione del 7 ottobre anche in Europa occidentale sta riemergendo un antisemitismo che credevamo di aver eliminato, che è assolutamente abominevole”.

    “Alle fosse ardeatine ho provato un grande senso di lutto e di responsabilità – ha affermato la ministra Roth –. Nel luogo dove ci troviamo adesso, dove è stato commesso un terribile crimine, provo dolore e responsabilità, un crimine della Germania nazista, con la deportazione ad Auschwitz di oltre mille ebrei romani. Il messaggio di Auschwitz è ‘mai più’, due parole che rappresentano un incarico, un mandato per la Germania e per l’Europa affinché non ci sia una recrudescenza di antisemitismo. Non dimentichiamo il 7 ottobre e l’attentato del 1982. La giornata di oggi è un’esortazione perché questo non accada mai più”.
    “Ringrazio il ministro Sangiuliano che è vicino e dimostra la sua solidarietà con fatti concreti, e ringrazio il ministro Roth per questa sua visita inedita che per noi ha un grande significato di solidarietà e vicinanza. Il senso del crimine efferato compiuto dai nazisti alle fosse ardeatine era spezzare il coraggio della città di Roma che cercava di sollevarsi contro l’occupazione nazista. Fra le 335 persone uccise c’erano anche 75 ebrei, assassinati in quanto tali: un crimine inammissibile. Rivedere il 7 ottobre persone colpite perché ebrei evoca una logica antisemita e di odio razziale. Una società democratica non può permettere questo. Queste manifestazioni di vicinanza e solidarietà lavorano contro questa intolleranza nel mondo. Abbiamo parlato al ministro Roth anche di un altro crimine commesso nei confronti della comunità con la rapina dei libri della comunità, con manoscritti antichi di secoli portati via dai nazisti pochi giorni prima del 16 ottobre: 7mila volumi di cui non si è più saputo nulla. Speriamo di poterli riavere indietro perché sarebbe una pagina della nostra storia e una speranza di crescita per nostra comunità”.

    I due ministri sono quindi stati accolti in uno dei luoghi simbolo della cultura ebraica romana, il museo, dove si ricostruiscono gli oltre due millenni di storia della comunità e in cui è in corso la mostra “Bellissima Ester” su Purim, da poco inaugurata. I due rappresentanti istituzionali hanno così potuto apprezzare gli oggetti pregiati conservati al museo, oltre alle pergamene delle meghillot di Ester, interagendo con i sistemi interattivi messi a disposizione dei visitatori. Infine, hanno potuto ammirare il Tempio Maggiore, dove si è conclusa l’ampia visita da cui hanno acquisito una maggiore consapevolezza della realtà ebraica romana.

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