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    Il M° Elio Piattelli: un ricordo ed una testimonianza nel ventesimo della sua scomparsa

    Le composizioni del M° Piattelli z”l sono ancora vivificate e risuonano nelle feste e nelle festività annuali al Tempio Maggiore di Roma. Ma forse molti, soprattutto la generazione dei nostri figli, non Lo ricorderanno se nessuno rinnova la sua memoria. Ecco una personale testimonianza soprattutto attraverso ciò che i musicisti vogliono che di loro si ricordi: le loro composizioni.

     

    Ho atteso la fine di quest’anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della sua scomparsa (13 gennaio 2001 a Roma dove era nato il 30 maggio 2010) per proporre questa mia testimonianza in memoriam del Maestro. Sinceramente aspettavo che altri, i tanti altri che lo hanno conosciuto, lo ricordassero.

     

    Ho conosciuto il M° Piattelli già dal 1990 quando riuscii a ricattargli un contributo per un suo concerto di canti tenuto a Siena in occasione del Convegno Musica e Bibbia di cui curai gli Atti (Garamond, Roma 1992). Lo frequentai spesso, soprattutto a casa sua. Preziosa la sua opera di trascrittore di canti di tradizione orale: Canti liturgici ebraici di rito italiano (Edizioni De Santis Roma 1967), Canti liturgici ebraici del Piemonte (Edizioni De Santis Roma, Roma 1986) e Canti liturgici di rito spagnolo del Tempio Israelitico di Firenze (La Giuntina, Firenze 1992). Ma lo vidi amareggiato perché altre sue raccolte non erano state pubblicate. Per cui, dopo la sua scomparsa, mantenni la promessa fattagli e pubblicai i Canti liturgici ebraici di rito spagnolo di Roma trascritti da Elio Piattelli (Fondazione Istituto Italiano per la Storia della Musica, Roma 2003-5763 e ne facemmo una presentazione nella Sala della Protomoteca in Campidoglio con rav Elio Toaff, rav R. Di Segni, rav A. Funaro,  rav C. Della Rocca e la sua figlia Daniela.

     

    Sono moltissime le sue composizioni di vario genere musicale, ma soprattutto composizioni di salmi per il Coro del Tempio di cui è stato Direttore dal 1948 (dopo il M° Gino Modigliani) fino al 1984.

    Alcuni anni fa’ la figlia Daniela mi chiese e mi onorò di raccogliere tutte le partiture; le ho ordinate e custodite in 44 faldoni. Dove custodirli? Nei locali della Comunità non fu possibile. Mi rivolsi altrove. Fui accolto dalla gentilezza del prof Giancarlo Rostirolla e l’affettuosa amicizia del M° Lino Bianchi con il M° Piattelli: questi 44 faldoni sono ospitati all’IBIMUS (Istituto di Bibliografia Musicale) presso la  Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma (http://www.ibimus.eu/). Altri, pochi manoscritti, nell’Archivio Musicale, dell’ASCER (Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma).

     

    Molti potrebbero raccontare del M° Piattelli. È certamente il musicista ebreo italiano che nel XX secolo ha composto più canti liturgici, insieme agli altri due grandi Direttori del Coro (Salvatore Saya (1856-1933), Direttore dal 1904 al 1933 e Heinrich Schalit (1886-1976, Direttore dal 1933 al 1938.

     

    Alcune su composizioni sono state registrate dal coro Ha-Kol (http://www.corohakol.it/sito) e dallo Shirè Miqdash di rav Adolfo Locci (https://www.museopadovaebraica.it/ensemble-shire-miqdash-canti-nel-tempio/). E nel cd allegato all’imminente pubblicazione del volume Canti del Coro del Tempio Maggiore di Roma(Gangemi Roma 2021).

     

    Nell’immediato periodo post-bellico è stato maestro responsabile del coro del Politeama di Palermo. Ha tenuto corsi di canto liturgico ebraico in Italia e in Francia.

     

    La qualità delle sue composizioni e la sua autorevolezza professionale e la sua personalità culturalmente polivalente (è stato anche traduttore di classici della letteratura ebraica e del dialogo ebraico-cristiano) meriterebbero registrazioni, studi o almeno un convegno con i suoi allievi e studiosi e la pubblicazione degli atti di queste iniziative.

     

    In questa pagina non è possibile aprire all’orizzonte delle sue composizioni, che invece rimando ad una testimonianza in sua memoria (Giacomo Baroffio, Pasquale Troìa, Elio Piattelli in memoriam, Rivista Liturgica, Terza serie LXXXVIII/5, 2001, 669-677) nel 2001, anno della sua scomparsa: negli ultimi vent’anni l’unico ricordo di presentazione biografica e bibliografica della sua immensa produzione, ora anche in https://www.jewish-music.huji.ac.il/biographies/).

     

    Mi auguro e spero che altri, i tanti altri che hanno conosciuto il M° Piattelli ed a Lui devono tanto della loro formazione, possano ‘fare coro’ con me per ricordarLo. I musicisti, specialmente i compositori di canti liturgici, vivono in eterno nel seno di Abramo. In quell’angolo del seno di Abramo più vicino al cuore del Signore. Il maestro Piattelli è lì. A raccontare con la sua ilarità, tra una nota e una pausa, le sue ironiche interpretazioni della vita, ed a comporre in melodie e canti e musica il suo ’āmēn al Signore. Benedetto il Signore che ci ha donato questi Maestri: che la loro memoria sia in benedizione.

    E. PIATTELLI, Bārûk habba’ (Benedetto colui che viene, Sal 118,26-29), AM 04 29, ASCER : gli ebrei romani lo cantano in varie occasioni e gli sposi e i loro amici e parenti lo ricordano come canto di accoglienza al Tempio Maggiore di Roma.

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