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    La Peste Nera e gli ebrei: il caso italiano

    Il periodo che va dal 1347 al 1350 fu, per gli ebrei d’Europa, particolarmente difficile. La Peste Nera causò milioni di morti: si calcola che circa un terzo della popolazione morì durante l’epidemia, con punte anche del 50% nelle città più popolose.

     

    Una delle conseguenze della Peste Nera fu un accentuarsi dell’antisemitismo, a cui fecero da corollario le accuse verso gli ebrei di essere colpevoli di spargere il morbo, accuse che portarono non di rado ad espulsioni, persecuzioni e a pogrom. Numerose cronache narrano delle violenze perpetrate nei confronti di molte comunità ebraiche, come ad esempio quelle di Barcellona, Lerida, Strasburgo, Colonia. Centinaia di ebrei furono messi al rogo con l’accusa di essere “untori”. Un’eccezione, in un quadro nel complesso desolante, fu costituita dalla nostra Penisola. In Italia, infatti, non sembrano esserci tracce di sommosse antiebraiche legate alla Peste.

     

    La pandemia, naturalmente, non lasciò indenne nessuno, e dunque neppure gli ebrei. Shlomo Simonsohn ricorda, ad esempio, che a Palermo durante la peste l’ordine pubblico fu messo a dura prova, e di conseguenza per la Corona fu più difficile controllare i comportamenti antiebraici. Questi ultimi, però, per quanto odiosi, avevano più a che fare con il rifiuto di lasciar svolgere agli ebrei alcuni mestieri (anche umili). Non c’è traccia di massacri o di espulsioni. La raccolta di documenti relativi all’Umbria di Ariel Toaff, parimenti, non ne comprende neppure uno che faccia menzione di persecuzioni legate all’epidemia; è pur vero che fra il 1347 e il 1350 la documentazione relativa agli ebrei è quasi inesistente: una conseguenza, forse, della crisi economica e demografica. Tuttavia, non è rimasta traccia di persecuzioni o espulsioni (in verità molto rare nelle regioni dell’Italia centro-settentrionale).

     

    L’analisi dei testi letterari trecenteschi non fornisce nessun indizio che possa far pensare ad una relazione stretta fra ebrei e pandemia. Giovanni Boccaccio, nel Decameron, fa degli ebrei i protagonisti di due novelle. Si tratta della seconda e terza novella della prima giornata, dove ritroviamo rispettivamente la storia di Abraam giudeo e di Melchisedech giudeo: entrambi mercanti, sono presentati da Boccaccio con caratteristiche decisamente positive. Nella prima novella, un mercante italiano tenta di convincere un ebreo, al quale lo legava una “singulare amistà”, a farsi battezzare. La seconda novella ha come protagonista Melchisedech “che prestava a usura a Alessandria”, e che viene descritto come “valente uomo e savissimo e nelle cose di Dio”, tanto che Saladino lo convoca per chiedergli quale delle tre religioni del libro siaquella “verace”. Melchisedech racconta allora la famosa storiadei tre anelli, riscuotendo l’ammirazione e la riconoscenza del sovranoche lo ricompensa con la sua amicizia e con grandi onori e doni.

     

    Anche testi meno benevoli nei confronti della minoranza ebraica non rappresentano mai gli ebrei come possibili responsabili dell’epidemia, e la cronachistica coeva non menziona persecuzioni ai loro danni legate alla Peste Nera. Una possibile ragione può essere individuata – soprattutto nel centro-nord – con il basso tenore demografico ebraico: con pochissime eccezioni (tra cui Roma), nella maggior parte dei casi gli ebrei erano distribuiti sul territorio in insediamenti di pochissimi individui, una-due famiglie. A metà Trecento siamo inoltre ancora ben lontani dal consolidarsi dello stereotipo dell’ebreo “usuraio”, assai più tipico di epoche successive. Gli ebrei sono ancora pienamente inseriti nel tessuto sociale e produttivo, come mercanti, medici, artigiani specializzati. Anche come banchieri, certo: ma tale attività è quasi sempre esercitata assieme ad altre. Non voglio qui riproporre la visione certamente troppo ottimista di Roth di una “felice convivenza”: anche in Italia non mancarono tensioni e violenze, che furono tuttavia assai più sporadiche e nel complesso prive di gravi conseguenze per la vita dei gruppi ebraici.

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