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    Hamas certifica l’inutilità dell’Onu

    La votazione con cui l’assemblea generale dell’Onu non è riuscita a condannare il movimento terrorista Hamas, benché ci fosse una maggioranza in questo senso (resa vana però da una precedente votazione che aveva imposto un quorum dei due terzi) non toglie niente naturalmente al carattere criminale di Hamas, ma sottolinea solo l’inutilità e anzi la dannosità dell’Onu. Basta guardare l’elenco di coloro che hanno votato contro la condanna dei terroristi: vi si trovano tutti i paesi musulmani, anche coloro come l’Egitto che sul terreno combattono contro Hamas e bloccano i suoi rifornimenti o che sono nemici della Fratellanza Musulmana di cui Hamas è un ramo, come l’Arabia e i paesi del Golfo. Il fatto è che l’Onu, come tutte le analoghe istituzioni internazionali, dall’Unesco al Parlamento Europeo, è soprattutto un teatrino propagandistico, anche se poi le sue decisioni possono portare a conseguenze pratiche. Gli schieramenti sono predefiniti da decenni: Urss (pardon, Russia), Cina e Cuba e paesi africani votano automaticamente con un blocco musulmano che non esiste più nella realtà. La novità è che spesso sono appoggiati anche dai paesi europei. Non è accaduto questa volta, ma in più della metà delle 14 risoluzioni contro Israele che l’Assemblea dell’Onu ha approvato nelle scorse due settimane. Insomma hanno ragione Trump e Netanyahu, che cercano di giocare le loro partite sui tavoli bilaterali, dove contano gli interessi e i rapporti di forza reali, ottenendo risultati importanti. Quanto all’Onu, il meglio che si può sperare è che la sua insensatezza emerga e il mondo decida di farne a meno, risparmiando un costo non indifferente, circa 5,5 miliardi di dollari, equivalente al 10 per cento del prodotto interno lordo di un paese non piccolo né particolarmente povero come la Croazia. E dando anche una mano alla pace, che non nasce mai dai teatrini della politica, ma solo dagli interessi reali dei popoli.

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