Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    “Siamo ancora un popolo che dimora da solo” – Intervista a Dore Gold

    Dore Gold è da 35 anni uno dei protagonisti della politica estera israeliana, come diplomatico, consulente governativo, studioso. Già nel 1991 fece parte nella delegazione israeliana alla conferenza di pace di Madrid, poi negli anni successivi fu consigliere del primo mandato di Netanyahu come primo ministro, e suo inviato per le trattative con Arafat e per il Libano. Divenne ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite, consulente di Sharon e poi di nuovo di Netanyahu e Direttore Generale del Ministero degli Esteri. Oggi è presidente di uno degli istituti  di ricerca politica più importanti di Israele, il Jerusalem Center for Publica Affairs. Con lui Shalom ha parlato della conferenza di Sanremo e delle conseguenze che se ne avvertono ancora oggi negli atteggiamenti politici che riguardano lo Stato Ebraico.

     

    Ambasciatore Gold, tutti quelli che si occupano di Israele sanno qualcosa sulla Dichiarazione Balfour, o almeno credono, ma molti non hanno mai sentito parlare della Conferenza di Sanremo. Puoi spiegarci qual è l’importanza di ciò per la costituzione di Israele?

     

    “Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo gli stati sono nati attraverso grandi conferenze internazionali. Ad esempio, nel 1878 il Congresso di Berlino ha preso i territori ex ottomani e ha concesso loro l’indipendenza creando Romania, Serbia e Montenegro. Anche la Bulgaria è emersa da questa divisione dei territori ottomani. Dopo la prima guerra mondiale, le conferenze internazionali delle potenze alleate vittoriose portarono anche a una divisione dei territori precedentemente ottomani. Fu a Sanremo, in Italia, che le potenze decisero l’emergere di un focolare nazionale per il popolo ebraico da cui nacque lo Stato di Israele. La Dichiarazione Balfour del 1917 era una dichiarazione della politica britannica. Sanremo era un atto internazionale.”

     

    Anche egli anni tra il 1919 e il 1922 furono istituiti molti stati, come stati o mandati indipendenti, sia in Europa che in Medio Oriente Per esempio il Libano, la Siria, l’Iraq, l’Arabia, la Transgiordania, che in seguito è diventata Giordania. La legittimità di questi stati è accettata da tutti, anche dai loro nemici. Perché dopo un secolo l’esistenza dello Stato di Israele è contestata? 

     

    “Israele è l’unico stato il cui fondamento giuridico è radicato negli atti della Società delle Nazioni e delle Nazioni Unite. La sua legittimità è stata sostenuta da entrambi gli organismi. Ma Israele è uno stato che non è protetto da coalizioni di paesi. Se un gruppo di stati vuole sfidare l’esistenza del Belgio, affronterà il potere collettivo dell’Unione Europea. Se l’esistenza di Singapore viene messa in discussione, gli stati dell’ASEAN “metteranno i carri in cerchio” per difenderla [come accade nei film western di fronte a un assalto degli indiani]. Israele spesso è difeso dal veto americano nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che però nell’Assemblea generale non esiste. Siamo ancora quello che la Bibbia chiama ‘un popolo che dimora da solo.”

     

    Il testo della Dichiarazione Balfour, la decisione di Sanremo, la risoluzione della Società delle Nazioni, stabiliscono l’obiettivo di istituire una “casa nazionale del popolo ebraico”. Eppure ancora l’altro giorno un’importante ONG (Human Right Whatch) ha criticato l’esistenza di uno stato del popolo ebraico definendolo “razzista”. È una questione politica o è antisemitismo?

     

    “Questo è puro antisemitismo. Perché i francesi hanno diritto alla Francia, ma il popolo ebraico non ha diritto a uno stato proprio? I doppi standard sono uno degli indicatori della presenza dell’antisemitismo. E l’accusa di apartheid è ancora un’altra forma di antisemitismo che ignora la realtà dell’Israele moderno. Nel Sudafrica dell’apartheid c’erano ospedali separati per neri e bianchi. Chiunque visiti un ospedale israeliano vedrà al pronto soccorso medici arabi ed ebrei che lavorano insieme per prendersi cura di pazienti arabi ed ebrei. Negli anni ’80 Israele inviò la sua forza aerea in Africa per portare fuori gli ebrei etiopi. È uno stato di apartheid?”

    CONDIVIDI SU: