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    La sirena suona in tutto il paese mentre Israele piange i soldati caduti e le vittime del terrorismo

    “Nei cimiteri, le discussioni tacciono” queste le parole del Presidente Isaac Herzog durante la cerimonia di stato al Muro Occidentale di Gerusalemme, che segna l’inizio di Yom Hazikaron. “I nostri figli e le nostre figlie, caduti in difesa del nostro stato, hanno combattuto insieme e sono caduti insieme. Non hanno chiesto, né nessuno ha chiesto loro. Religiosi, laici, ebrei e non. Tutti insieme, uniti.” ha proseguito il Presidente.

     

    “Sono caduti come israeliani, difendendo il loro Stato. Nei cimiteri, le discussioni tacciono. Tra le lapidi, nessun suono. Un silenzio che chiede di realizzare, insieme, il loro unico desiderio: la risurrezione d’Israele, la costruzione di Israele, uno stato forte. Uniti, consolidati, responsabili gli uni degli altri. Perché siamo tutti fratelli e sorelle”, ha aggiunto Herzog.

     

    Trentatré nomi sono stati aggiunti all’elenco delle vittime del terrorismo nel corso della giornata odierna. Tra questi, altre quattro vittime disabili, morte a causa delle complicazioni dovute alle gravi ferite riportate durante i combattimenti per la difesa del loro stato; portando il numero totale a 3.199 da quando Israele è stata fondata nel 1948.

     

    28.284 i soldati caduti nelle guerre che Israele ha dovuto sostenere nel corso degli anni. Il capo di stato maggiore dell’IDF Aviv Kohavi ha offerto un messaggio alle famiglie in lutto durante il suo discorso alla cerimonia di Yom Hazikaron presso il Muro del Pianto a Gerusalemme.

     

    “La stragrande maggioranza delle famiglie israeliane ha aspettato che i propri figli tornassero a casa e li ha accolti con un abbraccio alla fine del servizio militare, ma alcuni hanno aspettato invano” ha detto Kohavi. “Non sono tornati, ma grazie a loro molti compagni hanno fatto ritorno a casa. Grazie a loro sono state salvate le vite di decine di migliaia di cittadini ed è a loro che è dovuta gran parte della sicurezza e delle conquiste di questo Stato – ha aggiunto Kohavi- Il vostro dolore è insopportabile e opprimente, si dirama nel corpo e nella mente. È presente e non riposa un attimo, superando crudelmente shabbatot, festività e compleanni. L’intero IDF piange con voi le vittime, provando un profondo dolore” ha concluso Kohavi.

     

    Tra le altre cerimonie a livello nazionale per il Memorial Day d’Israele, Il primo ministro Naftali Bennett e il Presidente della Knesset Mickey Levy hanno preso parte all’evento commemorativo al memoriale di Yad Lebanim per i soldati caduti a Gerusalemme. Tra i presenti alla cerimonia anche i vertici dell’esercito e le famiglie dei soldati caduti.

     

    Nel suo discorso, Bennett ha ricordato il periodo in cui prestava servizio come commando nel Libano meridionale durante gli anni ’90 e ha menzionato diversi soldati del suo battaglione che persero la vita durante la guerra.

     

    “Eravamo lì in Libano, tutti insieme. Kibbutznik e ragazzi di città, laici e religiosi, di Beersheva e Haifa, di destra e di sinistra, ebrei con non ebrei”, ha detto Bennett in un vero appello all’unità dello Stato Ebraico, mentre la sua disparata coalizione lotta per rimanere a galla dopo aver perso la maggioranza parlamentare lo scorso mese.

     

    “Proprio lì, nelle basi del Libano meridionale, mi sono innamorato della nostra meravigliosa nazione”, ha proseguito il premier. “Molti amici rimangono lì. Avevano 19 o 20 anni e non sono più tornati “ha aggiunto Bennett. “Non posso parlare a loro nome, ma credo che se potessero ci direbbero: continuate a vivere insieme. Non permettere che i disaccordi e le divisioni vi facciano a pezzi dall’interno”.

     

    Ha inoltre sottolineato come le divisioni interne costituiscano una minaccia per la sicurezza d’ Israele, dicendo: “Se lasciamo che rabbia e odio ci prendano per mano, i nostri nemici ne approfitteranno per danneggiarci”.

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