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    Netanyahu alla cerimonia di Yom Hashoah: “L’accordo con l’Iran non vincolerà Israele”

    Israele non è vincolato in nessun modo a rispettare l’accordo con l’Iran sul nucleare. È questo il messaggio che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu lancia all’amministrazione Biden e al mondo intero dalla consueta cerimonia per Yom HaShoah allo Yad Vashem di Gerusalemme, a cui è intervenuto assieme al Presidente dello Stato d’Israele Reuven Rivlin.

     

    «La storia ci ha insegnato che accordi come questo, con regimi estremisti come questo, non valgono nulla – ha detto Netanyahu, riferendosi all’accordo negoziato dall’amministrazione Obama nel 2015, che il presidente Biden ha riportato all’attenzione – All’accordo con l’Iran che aprirà la strada alle armi nucleari non saremo obbligati in alcun modo. Abbiamo un solo obbligo: impedire a chiunque cerchi di distruggerci di tessere la sua trama».

     

    Il ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi, i sopravvissuti della Shoah vittime delle pandemia, e le sfide d’Israele del presente, sono stati gli argomenti affrontanti da Netanyahu e Rivlin nei loro discorsi durante la cerimonia, in cui sopravvissuti hanno acceso, come di consueto, le sei torce della memoria. 

     

    «900 sopravvissuti alla Shoah sono morti in Israele a causa della pandemia.- ha detto Rivlin – Sono sopravvissuti ai ghetti e ai campi di sterminio, alle navi cariche di immigrati e ai campi di internamento, ma la loro ultima battaglia l’hanno combattuta disorientati e isolati, dietro le mascherine ed i guanti, desiderosi di contatto, ma separati dai loro cari. Questa sera i nostri cuori sono con loro e con le famiglie».

     

    Rivolgendosi ai sopravvissuti alla Shoah il Presidente Rivlin ha poi aggiunto: «Voi sopravvissuti alla Shoah, eroi della nostra rinascita, che avete trovato la forza d’animo, di alzarvi dalla terra intrisa di sangue e lacrime, per guardare avanti, per scegliere la vita, per amare, per ridere, per godere, per credere, per costruire e per creare. A nome vostro, ho giurato di ricordare che il popolo ebraico non è nato ad Auschwitz e che la nostra spiritualità, religione, e politica, non si sono formate lì».

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