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    Umbria, regione di Memoria

    È un filo sottile ma resistente, perché intessuto con la seta del dolore e la canapa della rinascita, quello che unisce l’Umbria, antica terra di pace e civiltà, a Liliana Segre, che con la pace violata e l’assenza di civiltà ha fatto i conti fin dalla più tenera età e per buona parte della propria esistenza sconvolta dall’esperienza del campo di sterminio. La madre della senatrice a vita si chiamava Lucia Foligno, a testimoniare lo stretto rapporto con il ‘Cuore Verde d’Italia’. Nata nel 1905 e scomparsa per malattia nel 1931, lasciando Liliana in fasce e il marito Alberto, poi morto ad Auschwitz dove venne internato con la figlia, Lucia e la sua famiglia discendono dalla comunità ebraica che proprio a Foligno, terza città dell’Umbria, ebbe sede nei secoli passati, collocata con attività di commercio e artigianato in un’area centrale della città fino al 1569, quando Papa Pio V dispose l’allontanamento degli ebrei dal territorio dello Stato Pontificio. Gli antenati di Lucia scelsero di trasferirsi in riva all’Adriatico o nel primo entroterra, assumendo ex novo o mantenendo il cognome Foligno riferito alla propria terra d’origine.

     

    Legame stretto perché scaturito dalla storia e non dall’effimera burocrazia; da un paio di anni la senatrice Segre è cittadina onoraria di Foligno e nella motivazione del provvedimento, oltre al riconoscimento della sua vicenda personale e del suo impegno per la memoria della Shoah, si fa riferimento alla chiara origine folignate della sua famiglia, che poi prese radici nel Nord Italia fino all’arresto nel dicembre 1943 del padre Alberto e della stessa Liliana, tredicenne. Entrambi finirono nel girone infernale del lager edificato dai nazisti in Polonia, dove furono separati: Alberto vi morirà il 27 aprile del ’44.

     

    Si tratta della legittima restituzione di una cittadinanza effettiva e mai venuta meno, di un atto di legge e coscienza che, oltre a valori assoluti come la Morale e la Storia, attiene alla quotidiana realtà dei fatti. Se il 26 febbraio 1569 la bolla ‘Hebraeorum gens sola quondam a Deo dilecta’ emanata da Pio V aveva cancellato la presenza ebraica anche dall’Umbria, le sofferenze patite dalla ragazzina rimasta sola nel campo della morte, la fine di Alberto e le testimonianze che di quella vicenda sono scaturite sembrano aver rinsaldato il rapporto della Segre col territorio d’origine.

     

    Siamo in una fetta d’Italia segnata dalla presenza di Assisi e dall’esperienza umana e mistica di San Francesco, e allora come non ricordare che proprio ad Assisi, durante il secondo conflitto bellico, ebbe modo di svilupparsi un ceppo di resistenza e protezione delle comunità ebraiche che trasformò molti sacerdoti cattolici, e perfino il grande ciclista Gino Bartali, in protagonisti di veri e propri atti di eroismo e salvataggio.

     

    L’assoluto concetto di Pace riporta nella sua Umbria Liliana Segre. E ulteriore testimonianza di ciò è la recente delibera adottata dal Consiglio comunale di Bevagna, borgo a metà strada tra Foligno e Assisi, che ha conferito alla senatrice un attestato di solidarietà a seguito _ si legge nel provvedimento _ degli attacchi ricevuti dai movimenti sovranisti, fascisti e razzisti e dal movimento che si oppone alla vaccinazione anti Covid 19. Un messaggio che attraversa la Storia per incarnarsi nella figura di Liliana Segre, un monito che parte dalla terra di sua madre e che accomuna il valore dell’esperienza francescana alle indicibili sofferenze patite dal popolo ebraico.

     

    Roberto Conticelli, orvietano, è giornalista professionista dal 1989. Ha diretto per 7 anni l’edizione umbra de ‘La Nazione’ e per lo storico quotidiano fiorentino ha lavorato anche a Livorno e Firenze occupandosi di cronaca, società e politica. E’ stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria. Nel 1997 ha conseguito il Premio Nazionale Penna d’Oro per i suoi reportage sulla crisi sismica umbro-marchigiana e nel 2017 la Medaglia d’Onore dell’Università per Stranieri di Perugia per aver contribuito alla diffusione della cultura dell’Umbria. E’ autore di numerose pubblicazioni sull’Umbria ed ha uno spiccato interesse per la storia del Novecento.

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