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    Facebook: utenti localizzati anche se non lo vogliono

    Facebook puo’ localizzare i propri utenti anche se hanno escluso l’opzione di geolocalizzazione dal proprio profilo, lo rivela il social network in una lettera ai senatori Usa. Nella missiva, ampiamente condivisa sui social media, Facebook spiega come si puo’ ancora capire dove si trovano le persone anche dopo che hanno scelto di non condividere con l’azienda dati precisi  sulla posizione. Il social network, che stava rispondendo a una richiesta di informazioni da parte di due senatori, ha sostenuto che conoscere la posizione di un utente ha vantaggi che vanno dalla visualizzazione di annunci pubblicitari per i negozi vicini, alla lotta contro gli hacker e alla lotta contro la disinformazione. “Non c’e’ la possibilita’ di dissociarsi. Nessun controllo sulle vostre informazioni personali”, ha scritto il senatore repubblicano Josh Hawley in un tweet. “Questo e’ Big Tech. Ed e’ per questo che il Congresso deve agire”.

    Facebook ha detto che gli indizi per capire la posizione di un utente includono l’essere “etichettato” in una foto in un luogo specifico come ad esempio in un ristorante durante una cena con gli amici. Le persone possono condividere un indirizzo per gli acquisti in  una sezione shopping su Facebook, o semplicemente includerlo nelle informazioni del proprio profilo. Oltre al filtro delle informazioni sulla posizione condivise nei messaggi degli utenti, ai dispositivi che si collegano a Internet vengono forniti gli indirizzi IP e si puo’ quindi annotare la posizione dell’utente. Tali indirizzi  includono i luoghi, anche se sono un po’ imprecisi quando si  tratta di dispositivi mobili che si collegano attraverso servizi di telecomunicazione che potrebbero notare solo la  citta’ o un comune e non il punto esatto come nel caso del collegamento dal pc di casa o dell’ufficio. Facebook ha detto che conoscere la posizione generale di un utente aiuta a proteggere gli account, e altre aziende internet, rilevando quando si verifica un comportamento sospetto di login, ad esempio da parte di qualcuno in Sud America quando invece risulti che quell’utente viva in Europa. Gli indirizzi IP aiutano anche aziende come Facebook a combattere la disinformazione mostrando il punto di origine di attivita’ potenzialmente dannose, come ad esempio un flusso di messaggi politici che potrebbero essere rivolti a un particolare paese. Facebook ha dichiarato di recente di essere pronto per una legge sulla privacy dei dati che entrera’ in vigore nel suo stato natale della California all’inizio del prossimo anno. Il California Consumer Privacy Act (CCPA) dara’ agli utenti di Internet il diritto di vedere quali dati le grandi aziende tecnologiche raccolgono e con chi li condividono.

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