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    I libri del lunedì. Quando il nemico è dentro te stesso

    1949, New York. Herman Broder è un talmudista polacco che scrive testi per un rabbino non molto ligio. Per anni nascosto in un fienile in Polonia per sfuggire alle deportazioni tedesche, ora Herman si divide tra Brooklyn e il Bronx. Fuggire dal proprio passato è difficile, i nazisti sembrano infatti essere dietro l’angolo di ogni via pronti a far penare quei pochi ebrei sopravvissuti. I campi di sterminio hanno inghiottito i due figli avuti con la moglie Tamara, e con loro molti parenti e conoscenti. Al contrario loro Herman si salva grazie a una contadina di nome Jadwiga che sposerà per riconoscenza, ma che finirà per tradire sistematicamente. Jadwiga è analfabeta, poco brillante e poco affascinante. Queste manchevolezze Herman le cerca altrove e le trova in Masha, una donna sensuale e tormentata che, sopravvissuta allo sterminio, esercita su di lui un ascendente particolare. Herman è un uomo tormentato e appassionato di filosofia che conduce una vita confusa e frenetica, priva di senso delle responsabilità. Per puro caso un giorno sfogliando un giornale yiddish trova l’annuncio dello zio della vecchia moglie che vuole mettersi in contatto con lui per riferirgli che Tamara non è morta. Così la storia si complica: tra traversie e menzogne la vita di Herman diventa ancora più ingarbugliata. 

    Isaac Bashevis Singer ha il grande pregio di  non essere mai banale, pur raccontando storie che hanno come sfondo un retroterra culturale ben definito, un’atmosfera che aleggia immutata in quasi tutti i suoi romanzi e personaggi spesso tormentati e infelici. Nonostante questi leitmotiv, che ricorrono in quasi tutti i romanzi di Singer, i suoi libri risultano potenti, densi, avvincenti, piacevoli e mai scadenti, le sue opere non conoscono la banalità. “Nemici, una storia d’amore”, uscito in Italia con Adelphi, è non una fuga ma molte fughe: Herman scappa non solo dalla moglie per intrattenersi con altre donne ma anche da se stesso, dalla vita che non lo appaga, da un futuro che sembra non esserci e da un passato che di notte, negli incubi, torna ripetutamente a fargli visita.

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