''Rispetto a quanto è accaduto a Parigi, dove addirittura i gillet gialli hanno sbeffeggiato Alain Finkielkraut, noto filosofo e accademico, figlio di genitori sopravvissuti ad Auschwitz, deve esserci una condanna netta da parte delle forze politiche, degli intellettuali e di tutte le persone pensanti". Lo afferma in una nota l'attore, produttore e direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma, Luca Barbareschi. "Bisogna prendere le distanze in modo aperto, palese, senza se e senza ma, rispetto a qualsiasi forma di manifestazione antisemita. L'odio verso gli ebrei è il disprezzo per il pensiero articolato; la semplificazione del pensiero conduce alle dittature perché cancella gli anticorpi a difesa dell'agibilità democratica di ciascun Paese". "E trovo vergognoso - prosegue Barbareschi - che una città come Parigi, che ha ospitato chiunque, non si indigni rispetto a quanto accaduto ad un intellettuale come Alain Finkielkraut, così come ritengo colpevoli gli ammiccamenti a questo tipo di subcultura che disprezza l'ebraismo. Così come trovo vergognoso l'assopirsi delle intelligenze, quasi un adeguarsi dello spirito critico e di contestazione rispetto a qualunque azione o imposizione che mini la libertà di pensiero, a partire dal caso di Salman Rushdie e della fatwa dell'ayatollah Khomeini, autentica manifestazione di nuovo nazismo intellettuale. Da maggioranza e opposizione di ciascun Paese che si definisce democratico, quindi, devono levarsi voci di condanna e di presa di distanza'', conclude l'attore. (Spe-Orl/AdnKronos)
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