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    Roma. Nel quartiere ebraico la ‘panchina della Memoria. Per ricordare i giornalisti e tipografi deportati

    Stamane, nel cuore del quartiere ebraico di Roma, dove settantacinque anni fa è avvenuta l’ignobile retata del ghetto, è stata inaugurata la “Panchina della Memoria”, realizzata dalla “Associazione Culturale Leali delle Notizie” che l’ha dedicata ai giornalisti e tipografi ebrei romani vittime della deportazione. Realizzata con legname riciclato abbattuto dalla tempesta “vaia”, questa è il simbolo della rinascita, della vita che risorge dopo la morte, come quella dei sopravvissuti ai campi di sterminio. Amedeo Fatucci, Leo Funaro, Pellegrino Vivanti, sono solo alcuni dei nomi impressi sullo schienale della bianca panchina, verniciata su un lato da pennellate di verde e rosso in ricordo sia del sangue delle vittime, che del tricolore italiano. Ma perché proprio una panchina per simboleggiare il ricordo e la memoria? Questa è un luogo di condivisione, di dialogo e conoscenza, è un piccolo spazio dove ci si fa stretti per potersi sedere tutti insieme, per parlare e confrontarsi. “La panchina messa oggi qui è un simbolo, un simbolo forte di come, poi, attraverso la memoria si possa fare pedagogia. Noi speriamo che su questa panchina in “Largo 16 ottobre 1943” i ragazzi che si siederanno, rifletteranno su quanto successo il 16 ottobre 1943 in questa piazza e che studino la storia di queste persone mai più tornate dai campi di sterminio. Quindi, da un semplice oggetto come una panchina si possono regalare delle storie e degli insegnamenti fondamentali per il nostro futuro.” Ha dichiarato il vice presidente CER, Ruben Della Rocca. Il quartiere ebraico di Roma è celebre per la storia che rappresenta e, al contempo, per le panchine che lo popolano, su cui intere generazione hanno speso ore a chiacchierare, a veder crescere i propri figli che a loro volta le hanno vissute. Sono un museo a cielo aperto e da oggi siamo lieti di accoglierne una in più. È un “altare della memoria”, quella memoria che deve rimanere viva studiando, leggendo, ma anche sedendosi su queste panchine e ascoltando le parole di chi vi è stato prima di noi. Numerose le persone che hanno preso parte all’inaugurazione, tra cui il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli che ha dichiarato: “Una panchina deve certamente ricordare, ma non solo, perché vediamo nella società europea quanto si diffonda questo virus dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo […] Ci sono famiglie europee di religione ebraica che lasciano l’Europa perché impaurite, perché ci sono messaggi che mettono in difficoltà la serena vita delle persone e soprattutto, molte volte, tutto questo nell’indifferenza. Allora io credo che, sì, la memoria perché noi nasciamo da lì, nasciamo dal punto di dolore più acuto del novecento”. Hanno, poi, aderito all’evento il Vicepresidente CER, Ruben della Rocca, il presidente Fnsi e moderatore dell’incontro, Giuseppe Giulietti, la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, ed il Vicesindaco della Capitale, Luca Bergamo. Tra i promotori dell’iniziativa la Fondazione Museo della Shoah, con la presenza del presidente Mario Venezia.

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