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    4 novembre 1945, anniversario del pogrom in Libia

    La data del 4 novembre 1945
    rappresenta un triste anniversario per gli ebrei di Libia: proprio in questo
    giorno, infatti, iniziò uno dei pogrom più violenti e sanguinosi sulla comunità
    locale. Quattro giorni di aggressioni a sinagoghe, a case e negozi di ebrei,
    oltre a violenze sui singoli individui. Un attacco probabilmente studiato e organizzato
    da tempo. Simultaneamente, in diversi punti della città, presero il via
    incendi, lapidazioni, saccheggi, stupri. Ogni arma era buona: coltelli, sbarre,
    bombe a mano, semplici pietre. Nella serata di domenica 4, i disordini si
    estesero a ogni quartiere. In quei giorni terribili, le violenze andarono
    avanti senza sosta fino al mercoledì 7 novembre, quando, a tarda sera, fu
    proclamato lo stato di emergenza e ripristinato l’ordine. Rimaneva una lunga
    scia di sangue e oltre cento morti; più di 300 secondo alcune fonti. A questi
    si aggiungevano centinaia di feriti e i danni materiali, con sinagoghe
    distrutte, case date alle fiamme, magazzini e negozi devastati e saccheggiati.

    Il dibattito sulle origini di questo
    pogrom ha individuato diverse cause: molto probabilmente ha influito il quadro
    internazionale in evoluzione nel dopoguerra, caratterizzato da una parte
    dall’immigrazione ebraica in Palestina e dal propagarsi degli ideali sionisti,
    dall’altra dal nazionalismo panarabo che iniziava a diffondersi. Sullo
    sfondo, i negoziati diplomatici per stabilire i nuovi assetti, con Italia e
    Gran Bretagna in trattativa per decidere il futuro dello Libia: forse uno stato
    di disordine avrebbe dimostrato alla comunità internazionale l’immaturità della
    Libia per l’indipendenza e dunque reso necessario il mantenimento di un dominio
    inglese. Senza dubbio, fu evidente l’atteggiamento connivente tenuto in quei
    giorni dalle autorità di governo britanniche. 

    Sicuramente, questo triste evento
    segna una netta cesura nei rapporti tra arabi ed ebrei in Libia, che fino a
    quel momento avevano convissuto pacificamente per secoli. Era il primo segnale
    di una rottura totale, che sarebbe esplosa in modo ancor più virulento con
    nuovi pogrom nei confronti degli ebrei a seguito della proclamazione dello
    Stato d’Israele nel 1948 e dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967. In questi
    decenni di transizione, gli ebrei libici emigrarono verso il neonato Stato
    d’Israele o verso l’Europa, in particolare in Italia, costretti ad abbandonare
    per sempre la loro terra d’origine.

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