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    Addio a Piero Angela. “Ogni uomo è come il libro di una biblioteca, che lascia la sua memoria agli altri”

    Buon viaggio papà. Ecco il Tweet di Alberto Angela per annunciare la morte del padre, il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela è giunto inaspettato questa mattina.

     

    Si è spento all’età di 93 anni il giornalista, nato a Torino nel 1928, diventato celebre prima come cronista radiofonico della Rai e poi con il programma televisivo di divulgazione scientifica Superquark.

     

    Nel corso della sua vita, Angela ha avuto contatti anche con il mondo ebraico: suo padre, il medico Carlo Angela, durante la guerra ha salvato numerosi ebrei e antifascisti, nascondendoli nell’ospedale in cui lavorava, e falsificando le cartelle mediche per tenerli ricoverati e far sì che non venissero catturati dai nazisti.

     

    Una storia emersa soltanto in anni recenti: la famiglia di Carlo Angela non ha mai rivelato questa vicenda per non farne un’esibizione, ma è stato grazie al diario di una componente della famiglia Segre, nascosta da Carlo Angela, che questi fatti sono venuti alla luce.

     

    Il coraggio dimostrato da Carlo Angela, gli è valso nel 2001 il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni del Museo Yad Vashem.

     

    “Ogni anno gli ultimi sopravvissuti purtroppo scompaiono. Ci lasciano però la loro memoria”- ha spiegato Piero Angela durante un’intervista a Shalom nel 2019, in occasione del Premio Laurentum per la carriera- ogni uomo è come il libro di una biblioteca: porta con sé le memorie, gli odi e le esperienze di quello che ha vissuto in prima persona; però lascia agli altri queste memorie, scritte e orali, che vanno tramandate. Nel caso della Shoà, questa è una memoria particolare che deve essere viva nel cuore e nella mente di tutti.”

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