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    Esther e la sua corsa per la vita dal massacro di Monaco al record alle Olimpiadi di Montreal 1976

    Tante sono le storie personali che legano indissolubilmente il massacro di Monaco alle vite degli atleti israeliani che facevano parte della squadra olimpica a Monaco 1972 e che, per i casi della vita, non sono stati catturati e uccisi dai terroristi, tra essi c’è Esther Roth Shahamorov.

    Figlia di immigrati russi che arrivarono nella futura Erez Israel nel 1940 è nata a Tel Aviv nel 1952, fin giovanissima ha dimostrato grande talento nella corsa vincendo campionati nazionali e stabilendo record nelle brevi distanze dei 60 prima, dei 100 e 200, nel salto in lungo e nel pentathlon. 

    Alle Olimpiadi di Monaco era considerata tra le probabili vincitrici di medaglie: “era il mio obiettivo, avevo dato l’anima e il corpo per essere tra le favorite e salire sul podio. Il destino ha fatto sì che noi atlete donne riuscissimo a scampare al massacro perché alloggiavamo a 200 metri dalle abitazioni degli atleti e accompagnatori uomini. A Monaco ho perso Amitzur Shapira, il mio allenatore, l’uomo con cui avevo condiviso i miei sogni di gloria.”

    Dopo Monaco Esther non aveva più alcun desiderio di gareggiare, pensava di appendere le scarpe da corsa al chiodo e cambiare vita. Ma la passione per lo sport, il desiderio di dimostrare che la vita merita sempre di essere vissuta e il talento mai buttato alle ortiche sono stati determinanti per spingerla a tornare in pista ad allenarsi. Nel 1973 non sapeva di essere incinta e i ricominciò a gareggiare nei 100 metri con grande successo: “Yaron mio figlio vinse la prima medaglia d’oro quando ancora non era nato!” 

    Con grande cuore e profonda emozione Esther riuscì raggiungere risultati notevoli e a far parte della squadra israeliana alle Olimpiadi di Montreal 1976. Accanto a lei il suo compagno di vita e nuovo allenatore. A Montreal Esther fu la prima atleta israeliana a raggiungere la finale olimpica nei 100 ostacoli, giungendo sesta ma battendo il record israeliano nella distanza che poi migliorò nuovamente due mesi più tardi. Un risultato decisamente lusinghiero. Un record imbattuto per 47 anni, fino al 2019.

    Mosca 1980, furono per Esther le Olimpiadi negate per il noto boicottaggio cui Israele aderì senza permetterle di accrescerle il suo palmares.

    Oggi a cinquant’anni di distanza Esther dedica la sua vita all’atletica: è allenatore a Kfar Saba, cerca giovani promesse che possano portare Israele a vincere quella medaglia olimpica nei 100 ostacoli per lei così significativa, con una dedica speciale a Amitzur Shapira e alle 11 vittime del Massacro di Monaco 1972.

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