Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Il lungo rapporto tra la Regina Elisabetta e la comunità ebraica

    La notizia della morte della regina Elisabetta d’ Inghilterra ha inevitabilmente commosso il mondo e dopo 70 anni di reame “The London Bridge has fallen”. 

    Durante il regno più lungo di tutta la storia britannica, la regina è riuscita a costruire un durevole legame di grande stima e lealtà da parte della comunità ebraica inglese che è stata onorata più volte con titoli di cavalierato concessi a capi rabbini e personalità come Rav Jonathan Sacks, nominato baronetto e lord dalla Regina.  

    I leader della comunità ebraica hanno espresso il loro cordoglio e ricordato Elisabetta con grande affetto. 

    In una dichiarazione di dispiacere Il consiglio dei deputati degli ebrei inglesi ha detto: “Non ci sono parole per descrivere la perdita che ha subito la nostra nazione”.

    Il primo ministro israeliano, Isaac Herzog, ha affermato “La regina Elisabetta era una figura storica: ha vissuto la storia, ha fatto la storia e ci lascia una magnifica eredità di grande ispirazione” 

    Mentre Ephraim Mirvis, l’attuale rabbino capo del Regno Unito, ha dedicato un video messaggio emozionante alla regina in cui ha affermato: “il suo affetto per gli ebrei era profondo ed il rispetto per i nostri valori palpabile. Ricordiamo con grande apprezzamento il rapporto caloroso che aveva con la comunità ebraica, caratterizzato da un impegno verso i rapporti interreligiosi e la commemorazione dell’Olocausto”; ha poi continuato rievocando un’occasione in cui la regina ha mostrato al rabbino oggetti d’interesse e grande valore ebraico che facevano parte della sua collezione privata nel Castello di Windsor, tra cui una Torah in pergamena salvata durante l’olocausto in Cecoslovacchia.

    E’ vero che la regina Elisabetta durante il suo lungo periodo al trono non ha mai visitato Israele. E’ stata in altri paesi del Medio Oriente come ad esempio la Giordania e l’Egitto, ma mai nella terra degli ebrei.  Entrambe i figli, Carlo e Edoardo, sono stati in Israele ma non in vesti di rappresentanza, il primo viaggio ufficiale da parte della famiglia reale è arrivato nel 2018 quando il Principe William fece una visita pubblica senza precedenti mettendo fine all’assenza da parte della famiglia reale.

    Il marito, principe Filippo duca di Edimburgo, nel 1994 andò in Israele durante una visita privata per onorare la madre sepolta nel monte degli Ulivi a Gerusalemme.  Ricordiamo che la madre di Filippo, la principessa Alice di Battenberg, onorata come Giusta fra le nazioni, salvò una famiglia ebraica, i Cohen, facendoli nascondere nella soffitta del convento dove si trovava e sfruttando la sordità per fingere di non capire le domande all’interrogatorio dei nazisti.

    Nonostante la mancata visita in Israele, la regina ha sempre mantenuto rapporti stretti fatti di lealtà e rispetto con gli ebrei britannici e durante i suoi decenni al trono, ha ospitato tanti dignitari e leader Israeliani, tra cui gli allora presidenti Ephraim Katzir, Chaim Herzog, che ha anche contraccambiato invitando la regina in Israele, Ezer Weizman e infine Shimon Peres a cui è stato conferito il titolo di Cavaliere onorario del Regno unito dalla Regina su invito del governo inglese.

    I Windsor hanno sempre circonciso i propri figli, un uso che va indietro almeno di un secolo probabilmente perché convinti dei benefici medici che questa pratica porta. Quando toccò al neonato Carlo, la Regina volle un esperto e contattò il mohel Jacob Snowman per fare il lavoro. Questa fiducia per un compito così delicato ha caratterizzato la vicinanza tra l’allora principessa del Regno Unito e la comunità ebraica, una vicinanza che continuò anche una volta salita al trono.

    Il rabbino Sacks descrisse l’incontro con la Regina nel 2005, durante un evento che onorava i 60 anni dalla liberazione degli ebrei da Auschwitz, dicendo: “è rimasta ad ascoltare le storie di tutti i sopravvissuti dando attenzione ad ognuno di loro. Quando era arrivato il suo momento di andare, è rimasta ancora.” Nel 2015 durante la sua quinta visita in Germania la regina visitò il campo di concentramento a Bergen Belsen, dove ha portato una corona di fiori e di nuovo parlato con i sopravvissuti. 

    Nel salutare la Regina Elisabetta II, le parole del rabbino capo Mirvis arrivano dritte al cuore: “La Regina ha incarnato i valori più nobili della società inglese. Durante il suo regno straordinario si è comportata con grazia, dignità e umiltà ed è stata un modello globale nella sua distinta leadership e devozione altruista verso la società. In un mondo in continuo cambiamento, era una roccia di stabilità e una campionessa di valori senza tempo.”

    CONDIVIDI SU: