La bozza di risoluzione proposta dagli Stati Uniti e che, per la prima volta, chiedeva la condanna del movimento palestinese Hamas non ha ottenuto i voti necessari per essere adottata. Il testo, presentato dall'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, è stato votato da 87 membri dell'Assemblea generale dell'Onu, poco sotto la maggioranza di due terzi necessaria. 57 Paesi si sono espressi contro e 33 si sono astenuti. Haley, ha ripetutamente accusato il Palazzo di Vetro di avere un pregiudizio anti-israeliano sostenendo fermamente Israele nel suo ultimo scontro con Hamas a Gaza
Per parte sua il premier
israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato che il numero di Paesi che ha
votato a favore della bozza di risoluzione è un risultato "molto
importante". "E' la prima volta che una maggioranza di Paesi vota
contro Hamas".
"Il fallimento
dell'impresa americana all'Onu è uno schiaffo per l'Amministrazione Usa e una
conferma della legittimità della resistenza", ha twittato Sami Abu Zahri,
portavoce di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza dal 2007.
A ostacolare il piano di americano
di approvare una mozione di condanna di Hamas e' stata la richiesta del Kuwait
di applicare la regola dei due terzi quando di norma per le risoluzioni
dell'Assemblea, non vincolanti, e' sufficiente la maggioranza semplice
(proposta passata con 75 sì e 72 no, e 26 astensioni). Al fianco di Hamas, oltre
ai Paesi arabi, si sono schierati anche i tradizionali nemici degli Stati
Uniti: Cina, Russia, Iran, Cuba e Venezuela. Washington e' invece riuscita a incassare
l'appoggio dei membri dell'Ue e degli alleati fedeli come Giappone, Canada e Australia
oltre a numerose nazioni dell'America Latina tra cui Messico, Argentina,
Brasile e Colombia. Prima del voto Nikki Haley, l'ambasciatrice americana
all'Onu che lascerà l'incarico a fine anno, aveva detto di voler "chiedere
ai fratelli e alle sorelle arabe: il disprezzo per Israele è tanto forte da
difendere un'organizzazione terroristica?".
Giacomo Kahn