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    Attentato all’Hyper Cacher di Parigi, 8 anni dopo

    È il 9 gennaio del 2015. Mancano pochi minuti alle 13.30 quando un uomo armato entra in un supermercato kasher a Porte de Vincennes, nella zona est di Parigi. Sono ore drammatiche, in cui il terrorista Amedy Coulibaly tiene in ostaggio dodici persone, uccidendone quattro: Yohan Cohen (22 anni), Philippe Braham (40 anni), Francois-Michel Saada (60 anni), Yoav Hattab (21 anni). Solo alle 17.15 la polizia assalta il supermercato. Coulibaly rimane ucciso, i superstiti sono liberati.

    La vicenda crea uno shock in tutta Europa. La Francia è nuovamente colpita, appena due giorni dopo l’altro attentato avvenuto presso la redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, dove il 7 gennaio dodici persone erano state massacrate dai fratelli Said e Cherif Kouachi. Particolarmente scosso resta l’ebraismo francese, già vittima di profonde ondate di violenza perpetrate dal fondamentalismo islamico in epoca recente, come il rapimento e le torture fatali a Ilan Halimi nel 2006 e l’attentato alla scuola ebraica di Tolosa del 2012 dove rimasero uccise 7 persone di cui 3 bambini, solo per citare due tra gli episodi più noti e cruenti.

    L’Hyper Cacher riapre il 15 marzo 2015, ma ormai diversi meccanismi sono già innescati. Molti ebrei, soprattutto in Francia ma anche nel resto d’Europa, memori di queste tristi vicende, comprendono la gravità del fenomeno e i pericoli che si celano dietro l’angolo. Decine di migliaia di ebrei francesi iniziano a emigrare verso Israele, accompagnati da altre alyhot provenienti da vari Paesi europei. Si presagiscono i rischi crescenti che provengono dal fondamentalismo islamico che si sta radicando in alcune zone d’Europa, a partire proprio dalla Francia, destinata a vivere altre ore drammatiche già nel novembre successivo, con la strage del Bataclan, e negli anni seguenti, come dimostra l’attentato sul lungomare di Nizza del luglio 2016. A metà dello scorso decennio, la nascita e il rafforzarsi dell’ISIS, l’autoproclamato Stato Islamico di Iraq e Siria, ha seminato terrore e distruzione in Asia Minore, sostenendo materialmente e moralmente attentati terroristici in diverse città europee.

    Una fase difficile per la storia occidentale, non senza conseguenze anche sull’attualità, nonostante nel frattempo siano sopraggiunte altre priorità. Il fondamentalismo islamico resta una minaccia e le comunità ebraiche europee ne sono particolarmente consapevoli, già da prima di quel 9 gennaio 2015.

    Per ricordare quella data simbolica, il CRIF, il Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche Francesi, rende omaggio alle vittime dell’attentato con una cerimonia di commemorazione che si svolgerà alle 18.30 davanti al supermercato kasher che sarà trasmessa sui canali social e sul sito del CRF stesso. Un’iniziativa che, come si legge sul sito del CRIF, si rivolge a tutti coloro che volessero riunirsi, accendere delle candele in ricordo delle vittime ed esprimere la propria solidarietà per non dimenticare Philippe Braham, Yohan Cohen, Yohav Hatab e François Michel Saada, vittime dell’odio antiebraico e del terrorismo islamista.

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