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    Da Milano all’Ucraina: Un sostegno per chi vive la guerra

    Giungono notizie terrificanti del conflitto, che si inasprisce giorno dopo giorno, tra Ucraina e Russia. Una situazione complessa e delicata che obbliga i civili a pagare il prezzo più alto. Tra tutta la popolazione, anche le Comunità Ebraiche ucraine cercano di resistere all’escalation di violenza da parte dell’esercito di Putin: pregano, sperano e soprattutto contano sull’aiuto e l’assistenza delle Comunità ebraiche di tutta Europa. «Mia cugina è la direttrice della scuola Chabad di Kiev, questi giorni abbiamo deciso di fare un gemellaggio tra la loro scuola e quella di Milano. Si tratta di un’iniziativa in cui i bambini possono scambiarsi lettere per farsi compagnia e sostenersi anche da lontano – spiega a Shalom Rivka Hazan, direttrice della scuola Chabad Merkos di Milano – Attualmente so che in quelle zone non hanno bisogno di materie prime, come il cibo ad esempio, ma sicuramente delle nostre Tefillot (preghiere) e della Tzedakkà (beneficenza). In questi giorni stiamo leggendo Tehilim (salmi) e stiamo rivolgendo le nostre preghiere verso chi ne ha bisogno. Non solo però, l’organizzazione Chabad, con sede a New York, ha aperto un fondo per aiutare le Comunità locali come Kiev, Odessa o Kharkiv».

     

    Una storia lunghissima quella che unisce gli ebrei all’Ucraina: fatta di tradizione, di ricordi lontanissimi, ma anche di tanto dolore. È questo che colpisce del racconto di Rivka, una storia profonda che lega la sua famiglia a quei luoghi ma anche il lacerante dolore nel ricordare un passato di persecuzioni antisemite mai dimenticato. «Sono stata a Kharkiv varie volte per cercare la tomba di mia nonna, Rivka Lea Rivlin morta nel 1940. Suo fratello era il presidente della Comunità Ebraica. Una comunità che contava diverse migliaia di persone con persino una struttura ospedaliera israelitica. Una famiglia con un legame forte con l’Ucraina la mia, diretti discendenti del Gaon di Vilna. Eppure, i nazisti fecero cose terribili in quelle zone d’Europa. La mia bisnonna Sonia venne barbaramente uccisa a Babyn Yar. La mia famiglia ha molti ricordi lì, nonostante ciò, è rimasto in maniera molto profonda tanto dolore».

     

    La forza di ricominciare anche dopo le nefandezze di cui la popolazione ucraina si è macchiata durante il secondo conflitto mondiale, è quella che contraddistingue le comunità di oggi, che cercano di farsi forza in una situazione in cui a riecheggiare sono i fantasmi del passato. «Io ammiro tantissimo gli Shlichim e gli ebrei che sono lì, specialmente dopo tutto quello che l’Ucraina ha fatto in passato agli ebrei. Ad ottobre la scuola ebraica ha festeggiato i suoi trent’anni. E recentemente è stato anche celebrato il matrimonio della figlia degli Shlichim Chabad» aggiunge Rivka Hazan.

     

    Adesso gli ebrei ucraini cercano di resistere davanti ad una situazione tragica. Da Odessa a Leopoli è enorme lo sforzo che i Rabbini e gli Shlichim Chabad (emissari del movimento) stanno facendo per mettere in salvo e proteggere bambini e anziani. «Proprio a Odessa c’è un orfanotrofio che abbiamo assistito per molti anni. Ci sono molti anziani e bambini e non so se quando la situazione si appianerà riusciranno ad andar via – conclude Hazan – La vita ebraica prima di questa situazione era abbastanza tranquilla. Le Comunità sono state in grado fino ad ora di organizzarsi bene. Ci sono delle belle sinagoghe, ristoranti kosher e chiaramente scuole».

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