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    Due mesi dopo la sentenza Halimi, tanto fumo e poco arrosto

    Al netto del gran numero di dichiarazioni politiche dopo le manifestazioni di aprile, non è chiaro quali saranno le sorti della norma che ha permesso l’ormai famigerata sentenza Halimi.

     

    Una decisione incomprensibile

    Scioccando la Francia e gli ebrei di tutto il mondo, il 14 aprile la Corte di Cassazione ha confermato la non punibilità di K. Traoré, autore dell’efferato omicidio di Sarah Halimi. Tale pronuncia si basa sull’art. 122-1 del Codice penale, secondo il quale “non è punibile chi, al momento dei fatti, era affetto da un disturbo mentale tale da metterlo in stato d’incapacità d’intendere o di volere”. 

     

    Il governo annuncia una riforma

    In maggio, il Ministro della Giustizia Dupond-Moretti ha annunciato di aver presentato al Consiglio di Stato un disegno di legge sulla non punibilità. Per ora, però, non ha reso pubblico alcun testo.  

    Secondo la stampa, nel Codice penale verrà introdotto un nuovo articolo 122-1-1, che dovrebbe escludere la non punibilità dell’incapace di intendere o di volere se si è intossicato con lo scopo di “farsi coraggio”. Tale norma è simile all’art. 87 del Codice penale italiano che esclude la non punibilità di “chi si è messo in stato d’incapacità al fine di commettere il reato o di prepararsi una scusa”. Il ddl conterrà inoltre una nuova figura di reato: sarà punito con la reclusione fino a 10 anni chiunque provochi la morte di una persona durante uno stato d’incapacità derivante dal consumo volontario, illecito o manifestamente eccessivo, di “sostanze psicoattive provocanti in lui un disturbo mentale”. Sono previste pene di reclusione fino a sette anni per il caso di lesioni gravi e fino a due anni per lesioni di media gravità. Sono aumentate le pene se il reo sapeva che la droga era “idonea” a produrre tali effetti.

     

    Qualcosa si muove anche all’Assemblea Nazionale

    Nel frattempo, i parlamentari non sono rimasti con le mani in mano. All’Assemblea Nazionale è stata indetta un’indagine conoscitiva sul tema della non punibilità. Da inizio maggio i deputati in carica stanno consultando magistrati e psichiatri. 

    Sono stati inoltre presentati tre progetti di legge: ciascuno modifica l’art 121-1 per rendere punibile chi si trovi incapace per effetto del consumo di alcool o stupefacenti. Da allora i tre testi languiscono in commissione. 

    Nel frattempo, l’on. Meyer Habib ha proposto l’apertura di una commissione d’inchiesta, che dovrà indagare “sulle eventuali disfunzionalità della magistratura e della polizia nel caso detto di Sarah Halimi e formulare proposte per evitare, se del caso, la loro ripetizione”. La decisione della Commissione leggi sulla ricevibilità si attende per fine mese.

     

    Il Senato ha approvato in prima lettura una riforma della non punibilità

    Più successo hanno avuto i senatori Sol e Goulet. Il loro progetto di legge (n° 4192), approvato in commissione e in aula, è stato trasmesso all’Assemblea Nazionale il 25 maggio. Tale testo contiene però una modifica non del diritto penale, bensì della procedura penale.

    Il Giudice d’istruzione (che dirige le indagini) non potrà decidere autonomamente sulla non punibilità ai sensi dell’art. 122-1. Sarà il giudice del merito a doversi pronunciare con sentenza. Tale modifica minimalista ambisce a stimolare i giudici a sviluppare spontaneamente un’interpretazione più ragionevole del art. 121-1. Sull’efficacia di una soluzione così cervellotica è lecito nutrire vari dubbi.

     

    Tanto fumo e poco arrosto

    Nonostante le numerose iniziative parlamentari e governative, ad oggi nulla è cambiato nel sistema giuridico francese. Se per disgrazia un’altra tragedia come quella di Sarah Halimi dovesse accadere, il risultato surreale di un omicidio impunito si potrebbe riprodurre.

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