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    PROBLEMI DI HALAKHÀ CONTEMPORANEA. NON SVERGOGNARE UN INDIGENTE

    PROBLEMI DI HALAKHÀ CONTEMPORANEA ALLA LUCE DELLA PARASHÀ SETTIMANALE. PARASHÀ DI KI TAVO 5778: IL COHEN PRENDERA’ LA CESTA DALLA TUA MANO (DEUT 26, 4). DOPO AVER PRESO L’OFFERTA, AI RICCHI VENIVA RESTITUITA LA CESTA MENTRE LA CESTA DEI POVERI VENIVA TRATTENUTA DAL COHEN (MISHNA BIKURIM 3, 8). SI PUO’ UMILIARE UN POVERO NEL CASO DI UNA MITZVA’?

    di Rav Roberto Colombo 

    La domanda fu posta da un Docente di scuola: “La mia lezione quotidiana di Torà è seguita da vari tipi di alunni. Gli abbienti si presentano con testi costosi in edizione moderna e assai curata mentre gli altri con libri normali. È forse il caso di mettere come regola che tutti gli allievi si debbano presentare con un semplice libro al fine di non svergognare i non benestanti?

    Rispose rav Zilbershtain: Quando si portavano le primizie, si permetteva ai ricchi di inserire i prodotti in contenitori d’oro e d’argento. I poveri, al contrario, portavano la frutta in ceste di vimini costruite da loro stessi. Tali ceste venivano trattenute dal Cohen, secondo Rabbì ‘Ovadià da Bertinoro, per il loro scarso valore, mentre i contenitori preziosi venivano ridati ai legittimi proprietari. Perciò, se si permetteva ai ricchi di recarsi al Tempio di Gerusalemme con recipienti preziosi senza tener conto della vergogna arrecata ai poveri, si può forse ricavare da ciò che per adempiere ad un precetto, ad esempio lo studio della Torà, non si deve obbligare un abbiente a usare un tipo di testo simile a quello utilizzato da un bisognoso.

    In realtà, però, l’esempio su riportato non è una prova certa. Meïr Leibush ben Jehiel Michel Weiser (Malbìm) scrive che le ceste dei poveri venivano trattenute dal Cohèn non per il loro scarso valore ma, al contrario, perché considerate preziose e importanti. Tali ceste erano state costruite con fatica dagli stessi poveri e per questo dovevano rimanere all’interno di un posto sacro come il Tempio. Al contrario, i vassoi in argento o oro, anche se costosi, erano stati semplicemente comperati e pertanto non avevano agli occhi dei Sacerdoti un vero valore sacro. È per questo che venivano restituiti ai proprietari. Dunque lo scopo di trattenere i canestri dei poveri aveva proprio l’intenzione di dare valore e importanza ai meno abbienti. Non svergognare un indigente è una grande mitzvà della Torà.

    Pertanto, in una classe di alunni in cui vi sono poveri e ricchi, un vero Maestro e un vero Direttore Scolastico dovrebbero almeno chiedere – e se possibile imporre – per rispetto ai meno abbienti, di portare tutti lo stesso materiale didattico. Generare dispiacere e umiliazione in giovani studenti è una vera ed enorme trasgressione della Torà.

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