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    Ottant’anni di Barbra Streisand, l’atleta dello spettacolo che eccelle in tutto

    Due premi Oscar, dieci Grammy Award, cinque Emmy, un Tony award speciale, undici Golden Globe, un premio American Film Istitute, e infine un premio Kennedy Center Honors. Ecco i premi che ha vinto nella sua carriera l’ormai ottantenne Barbra Streisand. Un record non da tutti.

     

    Barbra, abbreviazione di Barbara, nasce a Brooklyn a New York, un quartiere dove abita per tutta la sua infanzia e adolescenza, in una famiglia ebraica. Ed è infatti la cultura della sua famiglia ad influenzare tutta la sua carriera. Carriera che inizia nel 1962 con la pubblicazione del suo primo album da cantante, “The Barbra Streisand Album”, che entra subito nelle classifiche e vince due Grammy Awards. L’album contiene alcuni brani diventanti celeberrimi nell’interpretazione della Streisand come “Cry me a River” e come minimo un hit personale come l’altrettanto famoso “Happy Days are Here Again”. Da qui inizia una carriera inarrestabile.  Lo stesso anno debutta a Broadway e nel 1963 interpreta Fanny Brice, attrice comica statunitense, in “Funny Girl”. Quando nel 1968, il regista William Wyler, gira la versione cinematografica del musical, sempre con Barbra, la Streisand vince il suo primo Oscar (ex equo con Katharine Hepburn) e viene lanciata nell’Olimpo dei divi del cinema. Infatti Barbra Streisand, insieme a Liza Minnelli, è l’ultima grande attrice del musical americano.

     

    È difficile rendere omaggio alla carriera di Barbra Streisand così com’è districata tra musica, cinema, teatro, concerti e televisione. Con l’uscita di “Yentl” nel 1983, arriva un altro primato: la Streisand diventa la prima donna a scrivere, produrre, dirigere e interpretare un film di un grande studio cinematografico. Il film ha vinto l’Oscar alla migliore colonna sonora e il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale; la Streisand ha ricevuto il Golden Globe per il miglior regista, la prima donna a vincere quel premio. E citiamo “Yentl” non solo per le tematiche autobiografiche che contiene, come  il conflitto genitoriale e la perdita del padre che torneranno come temi cardine nei suoi vari lavori cinematografici, ma anche per la presenza accanto a lei di Maddy Matinkin attore e pluripremiato cantante yiddish, diventato famoso più tardi per la serie-crime “Criminal Minds”.

     

    Negli ultimi anni Barbra ha diradato le sue interpretazioni cinematografiche: cosi dopo essere stata l’ebrea Dolly Levine in “Hello Dolly”, la scatenata Judy in “What’s up doc?” di Bogdanovich, l’(ancora una volta) ragazza ebrea in “Come eravamo” di Pollack accanto a Robert Redford, e Roz, la terapista del sesso, senonché mamma di Ben Stiller accanto a Dustin Hoffman e Bob De Niro in “Ti presento i miei”, la Streisand da l’addio al cinema (soprassediamo all’ultimo suo film con il “nuovo” Seth Rogen dal titolo “Parto con mamma”).

     

    Barbra continua oggi ad essere una delle artiste più influenti della storia culturale americana. E lo confermano alcuni riconoscimenti come il titolo di Ufficiale della Legion d’onore ricevuto dal presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy (che esclamò: “Sei l’americana che amiamo!”), e quello del Kennedy Center Honors attribuito dal presidente, all’epoca, Barak Obama a Barbra, convinta, tra l’altro, democratica da sempre.

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