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    Nuovi documenti sull’emigrazione degli ebrei viennesi durante l’occupazione nazista

    12 marzo 1938: la Germania nazista invade l’Austria con la cosiddetta “Anschluss”, termine che eufemisticamente significa annessione territoriale. Ma la realtà è che non si trattava semplicemente di un’invasione ordinaria. Quando Hitler arrivò tre giorni dopo per una marcia trionfale attraverso la città, centinaia di migliaia di austriaci si riunirono per acclamarlo lungo il suo percorso. Secondo alcune testimonianze non c’era una sola rosa rimasta in Austria che non fosse stata raccolta per l’occasione. Tuttavia, per circa 250mila ebrei austriaci l’arrivo di Hitler non era assolutamente motivo di festeggiamenti. Gli abusi contro i leader della comunità e i rabbini iniziarono subito dopo l’Anschluss con molte persone arrestate e inviate nei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. I nazisti chiusero anche gli uffici della comunità a Vienna. Due mesi dopo, gli uffici riaprirono con il “Dipartimento per il benessere della comunità ebraica di Vienna – Ufficio emigrazione”. Ogni ebreo che voleva emigrare da Vienna, cioè più o meno tutti gli ebrei della città, dai chassidici agli assimilati, doveva compilare moduli, in duplice copia, che venivano presentati in questo ufficio. 

    Tutt’oggi l’archivio della comunità ebraica di Vienna è uno dei più grandi e importanti archivi comunitari dell’Europa. La collezione, che risale al XVII secolo, dal periodo precedente l’espulsione degli ebrei di Vienna, è stata inviata a Gerusalemme dalla comunità di Vienna dopo la Shoah. I moduli di emigrazione fanno parte di questo importante archivio. In questi giorni, il tesoro di documenti appartenenti alla comunità ebraica di Vienna durante il periodo dell’Anschluss è stato rivelato al pubblico per la prima volta grazie a una collaborazione tra MyHeritage e l’Archivio Centrale per la Storia del Popolo Ebraico presso la National Library d’Israele, che ne riporta la notizia. La collezione contiene 228.250 documenti, tra quelli originali scansionati presentati da ebrei che speravano di emigrare da Vienna per mettersi in salvo dal gioco nazista. Questi documenti, disponibili sul sito web della Biblioteca, forniscono straordinari approfondimenti sulla vita della fiorente comunità ebraica di Vienna negli anni 1938-1939.

    I moduli includevano il nome e il cognome del richiedente, il suo indirizzo, la data di nascita, il luogo di nascita, lo stato civile, le informazioni personali, la cittadinanza, la data in cui il richiedente aveva risieduto a Vienna, dove il richiedente risiedeva prima di arrivare a Vienna; la professione del richiedente, la storia professionale, le lingue conosciute, la situazione finanziaria e il reddito mensile, nonché le informazioni relative alla destinazione di emigrazione desiderata. Le informazioni riguardanti la destinazione dell’emigrazione includevano i nomi di parenti e amici all’estero (nonché il loro indirizzo e grado di parentela) e le informazioni sul passaporto e sul visto di emigrazione. I questionari includevano informazioni non solo sul richiedente, ma anche sui membri della famiglia del richiedente, principalmente il coniuge e i figli, ma spesso anche i genitori o i suoceri. I moduli vennero presentati in duplice copia con allegati aggiuntivi inseriti in varie fasi del processo di emigrazione. Ad ogni modulo venne successivamente assegnato un numero di serie. Già nel 1938-1940, il dipartimento di ricerca della comunità e le organizzazioni internazionali di aiuto ebraico come HIAS prepararono rapporti basati sugli importanti dati raccolti dai moduli per ottimizzare il processo di emigrazione.

    Tuttavia, in quei primi anni dell’occupazione nazista, la Gestapo supervisionava continuamente l’efficienza dell’ufficio, con grande dedizione. Si diceva infatti che la supervisione fosse fatta da Adolf Eichmann in persona. In questa prima fase, poiché Eichmann era stato incaricato di svuotare Vienna dei suoi ebrei attraverso l’emigrazione, gli ebrei e i nazisti condividevano un interesse comune. Nelle fasi successive, quando l’emigrazione non era più permessa, la Gestapo usò le informazioni dei moduli di trasmigrazione per ottimizzare la sua politica di “trasferimento ad est” degli ebrei di Vienna, inviandoli poi nei campi di concentramento e di sterminio. Tutti i file sull’emigrazione conservati dall’ufficio della comunità ebraica di Vienna sono arrivati a Gerusalemme insieme al resto degli archivi della comunità. Si tratta di due set di file che sono stati conservati nel loro ordine originale. Tuttavia, nella revisione dei documenti c’erano dei grossi buchi. Per estrarre le informazioni nascoste in questo tesoro storicamente rilevante, l’Archivio Centrale per la Storia del Popolo Ebraico e la Biblioteca Nazionale hanno collaborato con MyHeritage. Come parte del progetto, il team degli Archivi centrali ha separato il contenuto dei raccoglitori nei singoli moduli, che sono stati poi inviati al centro di digitalizzazione all’avanguardia della Biblioteca Nazionale di Israele per la scansione. Sono stati investiti grandi sforzi per unificare vari termini, come le centinaia di modi diversi in cui è stato registrato lo status personale o la natura della parentela di familiari e parenti all’estero. Dopo aver risolto i vari errori di dati, sono state create informazioni dai frammenti di dettagli, secondo algoritmi informatici, per produrre le seguenti sequenze: cognome, nome, data di nascita (giorno/mese/anno), luogo di nascita (luogo geografico) e stato personale. 

    La collezione è ora accessibile sul sito web della Biblioteca e del CAHJP ed è accessibile anche agli utenti di MyHeritage. La piattaforma MyHeritage è anche in grado di confrontare le informazioni con quelle contenute in altri database disponibili sul loro sito web, fornendo ulteriori approfondimenti da varie fonti sulle persone menzionate nei registri. Nelle settimane successive alla pubblicazione della raccolta, molte persone sono riuscite a sapere di più della loro storia familiare. Questa fonte, unica nel suo genere, contiene una raccolta di informazioni personali mai viste. Dallo studio di questi documenti si può imparare molto, non solo su quei giorni terribili, ma anche sulla ricchezza della vita ebraica a Vienna tra le due guerre mondiali. È la vivacità di una comunità colta ed eclettica che si scorge tra le pagine dei documenti. Ma soprattutto, la collezione ripercorre le vicende storiche che portarono gli ebrei di Vienna ad abbandonare la loro città e le loro radici, spesso per sempre.

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